Nel sabato del Red Bull Ring Valentino Rossi, come è solito fare, si è appostato a bordopista per seguire la MotoGP. Ha osservato le qualifiche all’ombra di un maxischermo, nella service road che a Zeltweg costeggia le curve sei, sette e otto e che si affaccia sull’imponente tribuna KTM. Ha spalancato la bocca quando Pecco Bagnaia, nel corso del primo tentativo del Q2, si è sganciato dalle grinfie di Marc Marquez, andando a firmare il primo tempo provvisorio (in 1’28”142). Ha applaudito pochi minuti più tardi, quando la sfida tra Jorge e Pecco per una pole position da record ha sancito l’evidenza di due piloti attualmente irraggiungibili per chiunque.
Nel pomeriggio, dopo la Sprint Race, Valentino è salito nello studio mobile di Sky, dove - insieme a Guido Meda, Vera Spadini e Federico Aliverti – ha analizzato la lotta al titolo: “Pecco arriva da un momento incredibile, in questi weekend in cui va bene sin dalle prime prove, anche se Martín è lì, riesce ad avere un pelettino in più. Al momento Bagnaia non punti deboli, perché il giro lo fa, la partenza la fa sempre bene, e questa è una cosa propria solo dei fuoriclasse, una cosa un po’ alla Verstappen. Pecco è aggressivo ma non è sporco, è pulito ma non è dolce, è il giusto mix fra la cattiveria, l’aggressività, il guidare la Ducati in sovrasterzo in frenata mantenendo comunque un livello alto nella velocità di percorrenza. Il duello con Martín? Sono ancora a pari punti, quindi ci sono molte possibilità che arrivino a giocarsela fino alla fine. Ora arriviamo da un momento Bagnaia, che nelle ultime gare ha recuperato un sacco di punti a Jorge. Sarà una gran lotta perché anche Martín ha praticamente tutto”.
Non poteva mancare un commento sull’episodio più rilevante del sabato austriaco, ovvero il taglio della chicane 2a-2b per cui Martín ha dovuto scontare un long lap penalty, che gli ha impedito di lottare contro Bagnaia per la vittoria: “Martín ha fatto un errore in staccata ed è andato fuori pista, dove in teoria ci dovrebbe essere l’erba, ma in casi come quello di oggi c’è il cemento. Secondo me è ingiusto che dopo un errore si tagli la chicane e ci si riattacchi al pilota davanti, lì Jorge doveva aspettare un po’, magari far passare anche Marquez, e poi rimettersi in corsa. Penso che il cemento fuori dai cordoli sia più sicuro, perché comunque se sbagli e vai sull’erba cadi, però a volte la via di fuga in asfalto falsa un po’ le gare”. Il discorso successivamente si è spostato sulla sicurezza della chicane 2a-2b, introdotta nel 2022 per attutire la pericolosità di curva 3 (curva lungo la quale si sono scritte pagine della storia del motorsport): “Le chicane sono sempre un po’ pericolose perché i piloti rischiano sempre di rientrare in pista dopo una caduta, ma in ogni caso alla due si cade a bassa velocità, quindi una situazione decisamente migliore di quella che si è verificata con me e la moto di Morbidelli là in cima alla tre nel 2020. C’è anche da dire che secondo me quella esse (2a-2b, ndr) è bella, perché questa pista ha già poche curve e quelle due che hanno aggiunto secondo me le hanno fatte bene”.
Poi a Rossi è stato chiesto di Franco Morbidelli, che nel 2025 affiancherà Fabio Di Giannantonio nel Team VR46, e di Marco Bezzecchi, pilota Academy diretto in Aprilia e reduce da mesi complicati in sella alla GP23 colorata di giallo: “Siamo molto contenti di avere con noi Franky nel Team, perché lui è stato il primo pilota dell’Academy dopo il Sic. Sono molto contento della nostra line up per l’anno prossimo (Rossi ride per l’inglesismo, ndr). Ci saranno due piloti italiani, Diggia sta facendo molto bene ed è ben voluto dalla Ducati, dall’altra parte c’è Franco che è un pilota dell’Academy, quindi perfetto. Adesso vogliamo prima cercare di finire bene col Bez, che nella Sprint è rimasto imbottigliato nel traffico del primo giro ma alla fine ha fatto una bella gara. Per la domenica, se esce bene dalle prime due curve, può fare una gran gara. È anche in una situazione psicologica molto difficile, perché l’anno scorso la moto vecchia era meglio anche della Ducati nuova fino ad un certo punto della stagione, quindi nei weekend giusti si poteva vincere e ovviamente in quella situazione parti da casa per le gare con un’altra carica. Quest’anno Marco ha scelto di restare con noi, ma purtroppo l’edizione 2023 della Ducati è più complicata, più scorbutica, e lui si è trovato a lottare per l’ottava posizione. In ogni caso ci vogliamo provare, gli stiamo vicino per mantenerlo carico e provare a fare un bel risultato prima della fine”.
Infine, l’ospitata di Valentino Rossi sul canale 208 di Sky si è conclusa con un parere sul calo prestazionale di Pedro Acosta – decimo al termine della Sprint austriaca - nelle ultime gare: “Come mai Acosta si è normalizzato? Perché La KTM mi sembra abbastanza in difficoltà quest’anno, a livello prestazionale è più lontana dalla Ducati rispetto all’anno scorso. Su quella moto anche piloti di grande esperienza come Binder stanno faticando, quindi Pedro, che è arrivato bello carico, ha cominciato a tirare delle belle sassate, tipo ne ricordo una importante alla curva sette di Jerez (Acosta cadde nel warm-up, ndr), dove cadere è brutto perché il muro è vicino. Le botte con la MotoGP si sentono, perché ti fai più male, e secondo me Acosta dopo un po’ si è fisiologicamente sgasato. Per me resta comunque uno dei più forti”.