C’era chi scuoteva la testa alla notizia della wild card ricevuta per Miami, chi si chiedeva cosa avesse di speciale questo diciassettenne siciliano, numero 441 al mondo, senza una vittoria nel circuito maggiore. Bene, Federico Cinà ha risposto come fanno i predestinati: sul campo, con una vittoria che profuma di storia. Due tie-break perfetti contro Francisco Comesana, numero 67 Atp, e un biglietto per il secondo turno di un Masters 1000 conquistato alla prima apparizione in carriera nel circuito maggiore. Un colpo da fuoriclasse, che lo proietta direttamente nella storia del tennis italiano: primo classe 2007 a vincere un match in un torneo di prima fascia, secondo teenager italiano di sempre a riuscirci all’esordio in un Masters 1000 dopo Jannik Sinner. L’altoatesino ci riuscì a Roma nel 2019, battendo Johnson a 17 anni e 269 giorni, mentre Cinà ha ritoccato il record con 17 anni e 354 giorni. Un esordio clamoroso che ha anche stravolto il suo ranking Atp, portandolo alla posizione 369, scalando più di 70 posti in un colpo solo. Un balzo in avanti che conferma quello che chi segue il circuito giovanile sa già da mesi: questo ragazzo è un fenomeno in rampa di lancio. Negli ultimi mesi, Cinà ha accelerato la sua corsa verso il professionismo, bruciando le tappe proprio come Sinner e Musetti.

Già a fine 2024 era chiaro che il suo nome sarebbe diventato ingombrante: più di 1500 posizioni scalate nel ranking Atp, prima finale Challenger in carriera a Creta, una semifinale vinta contro Aslan Karatsev, ex numero 14 al mondo e semifinalista agli Australian Open. Nessun italiano così giovane, prima di lui, era mai arrivato a una finale Challenger se non Sinner e Musetti. E ora, con la vittoria a Miami, ha fatto capire che il suo posto è tra i grandi. Ma Federico è cresciuto con il tennis nel sangue. A otto anni era a New York, in un box dell’Arthur Ashe Stadium, a esultare come un matto mentre Roberta Vinci compiva l’impresa della vita battendo Serena Williams. Non era lì per caso: suo padre, Francesco Cinà, è stato il coach storico di Vinci, e oggi è la guida che lo ha portato fino a questo punto. Un percorso fatto di scelte coraggiose e di un lavoro meticoloso, soprattutto sul piano fisico, dove il salto di qualità negli ultimi mesi è stato evidente, grazie anche alla preparazione atletica con Marco Salerno.

Nel circuito, in tanti lo stanno paragonando a Joao Fonseca, il baby talento brasiliano che ha fatto impazzire i tifosi. Ma con Cinà l’Italia si è assicurata il suo nuovo gioiello, e non a caso il suo cammino ricalca quello dei migliori. Si è allenato con Musetti a Wimbledon la scorsa estate, prima della semifinale del toscano con Djokovic, e anche a Miami hanno palleggiato insieme. La sua corsa a Miami non è finita. Il secondo turno sarà un test di livello assoluto, perché sulla sua strada ora c’è Grigor Dimitrov, finalista lo scorso anno proprio qui in Florida. Un match che dirà tanto, ma che non cambierà il punto centrale della questione: Federico Cinà è qui per restare. Il suo esordio nel circuito maggiore è stato da urlo, il suo percorso di crescita è folgorante e, a 17 anni, ha già messo il primo mattoncino della sua carriera da professionista. Va bene Sinner, Berrettini e Fonseca, ma adesso il nome nuovo che fa paura è Federico Cinà. E la sensazione è che il meglio debba ancora arrivare.