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Quindi quel cattivone di Valentino Rossi, per dispetto a Marc Marquez, ha sbarrato la strada in Yamaha a Alex? Occhio alle narrazioni…

Emanuele Pieroni

21 settembre 2025

Una recente intervista rilasciata da Alex Marquez in Spagna ha riacceso i riflettori sul contratto firmato e poi stracciato nel giro di cinque giorni tra Yamaha e il più piccolo dei fratelli di Cervera, nel 2019. Una storia che si conosceva già, raccontata da Razlan Razali e pure da Marc Marquez (che però aveva scagionato Valentino Rossi, prendendosela con qualcun altro di Yamaha). I fatti sono fatti e nessuno può negarli, ma le motivazioni potrebbero essere ben altre rispetto a quelle che vengono narrate: non sarà che è partito un gioco insostenibile a tirarci dentro per forza il 2015 e la rivalità tra il 46 e il 93? Anche la storia (già smentita) della Desmosedici ufficiale tolta a VR46 per darla a Alex Marquez lo lascia pensare. E a pensar male si fa peccato, ma...

di Emanuele Pieroni Emanuele Pieroni

Un anno in Moto2 con il Team Petronas e, poi, quello successivo in MotoGP, sempre con la squadra malese. La strada di Alex Marquez alla fine del 2019 doveva essere questa e il pilota catalano l’ha confermato in una recente intervista a cui si sono aggiunte anche le dichiarazioni di Razlan Razali, allora patron di quel team, e dello stesso Marc Marquez, che ha confermato che la firma avvenne nel motorhome dei Marquez a Brno, nel 2019, con tanto di foto a certificare tutto (poi pubblicata anche da Razali dopo l’uscita di scena dalla MotoGP). Tutto vero e niente di smentibile, ma a volte la verità ha pesi differenti in base alla narrazione che se ne fa. Un conto, dice una vecchia regola del giornalismo, sono i fatti nudi e crudi e un altro è come vengono raccontati. Ecco, senza voler essere avvocati di nessuno, e senza negare che a ostacolare quell’operazione di mercato possa essere stato proprio Valentino Rossi, a non tornare è la motivazione.

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Sicuro che le porte sbarrate al piccolo dei fratelli di Cervera siano state a causa della rivalità tra i due più grandi campioni del motociclismo moderno? Oppure, semplicemente, s’è trattato d’affari e la chiave di lettura, al di là della narrazione spettacolarizzata che conviene far e in questo momento, potrebbe essere un’altra? Magari più terra terra e giustificabile con il mero business? “Quel contratto – dice Alex Marquez nella sua intervista – durò solo cinque giorni perché poi da Yamaha dissero che non doveva farsene nulla”. Una pagina sicuramente triste nella storia del più piccolo dei Marquez che, a suo dire, ha pagato sulla sua pelle e sulla sua carriera i fatti del 2015. Quello sembra volersi ignorare, però, è che Valentino Rossi (ok, possiamo discutere su conflitti di interessi ecc…, ndr) è il capo della VR46 Riders Academy che cura gli interessi di molti piloti tra cui Franco Morbidelli e che già in quell’anno, il 2019, lui stesso era vissuto in Yamaha più come un peso che come pilota di riferimento. Tanto che lo stesso Razlan Razali, nel ricostruire quella storia, ammette che l’ingaggio di Alex Marquez avrebbe riguardato il 2020 sulla Moto2 di Petronas e il grande salto l’anno successivo, quando Fabio Quartararo sarebbe passato in ufficiale (quindi che Valentino Rossi sarebbe stato scaricato si sapeva già, ndr).

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La famosa foto di Razlan Razali, Alex Marquez e Marc Marquez dopo la firma di Brno nel 2019

E’ qui che, al netto del tifo e delle narrazioni che fanno hype, andrebbe fatta una riflessione. E andrebbero fatte pure un paio di considerazioni. La prima è che Valentino Rossi già nel 2019 aveva fiutato la possibilità di doversi cercare dall’anno successivo una nuova sistemazione se avesse voluto continuare a correre e la seconda che, essendo Petronas l’unico sbocco concreto per lui vista la sua storia con Yamaha, l’arrivo di un altro pilota già stabilito dal 2019 avrebbe fatto rimanere a piedi Franco Morbidelli. Che è, appunto, un pilota dell’Academy. Valentino Rossi, quindi, ha esercitato la sua influenza su Yamaha per chiudere le porte a Alex Marquez perché ha quel cognome lì o semplicemente perché, chiunque fosse arrivato in Petronas, avrebbe tolto qualcosa a VR46? E magari il cognome c’entra niente di niente? Tra l’altro, in una intervista del 2023, è paradossalmente (e molto sportivamente) lo stesso Marc Marquez a spiegare che forse Valentino Rossi in quel diniego al fratello non c’entra neanche niente. “Razlan – racconta proprio Marc Marquez - apprezzava ciò che Alex era come pilota senza nemmeno pensare che questo potesse dare fastidio al lato Yamaha. Per quanto ne so, quando il suo nome arrivò in Yamaha hanno posto il veto. Più che una rivalità con Rossi, io ho sempre avuto una rivalità con la Yamaha: io e Lin Jarvis non ci siamo mai parlati molto”.

Oggi, invece, non da Marc Marquez (e questo bisogna riconoscerlo), sembra che la storia venga raccontata in maniera diversa. Con quel 2015 che pare debba essere messo continuamente in vetrina da chi tira i fili della nuova MotoGP e che, a quanto si dice, vorrebbe far ricominciare tutto proprio da lì. Ecco perché di dubbi sulla narrazione, senza voler assolutamente negare i fatti che sono sicuramente accaduti, ce ne sono tanti e tanti davvero. E c’è pure l’impressione che la piega che si sta prendendo non piaccia neanche un po’ nemmeno allo stesso Marc Marquez, che è uomo di sport, che è un campione e che non ha bisogno di prestarsi a giochini di comunicazione che non fanno altro che togliere l’attenzione dal fenomeno senza tempo che lui stesso sa di essere. La MotoGP targata Liberty Media vuole ripartire da Marquez vs Rossi, che è esattamente ciò che sia Rossi sia Marquez non vorrebbero mai e poi mai, ma il disegno sembra ormai tracciato. Come spiegherebbe anche la fuga di notizie, guarda caso in Spagna, poi puntualmente smentite da Ducati stessa, secondo cui a Borgo Panigale avrebbero deciso di togliere la Desmosedici ufficiale alla VR46 per darla proprio a Alex Marquez. La verità, invece, era molto più semplice: Alex Marquez avrà una Desmosedici ufficiale perché l’ha meritata e alla VR46 nessuno toglierà niente. Anzi, dalla VR46 è arrivato pure uno sportivo: “noi non vogliamo essere intralcio per nessuno”. Perché è così che funziona tra uomini di sport: lo sa Marc Marquez, lo sa Valentino Rossi e, purtroppo, chi sembra non saperlo è chi ultimamente vuole ricondurre sempre e solo tutto a quel maledetto 2015 anche per spiegare fatti e vicende che con il 2015 c’entrano niente.

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