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VELASCO INSEGNA A VIVERE (a tutti, ma soprattutto alle pallavoliste che rifiutano la Nazionale per avere l’estate libera): “La maglia azzurra non è un club, è una cosa speciale. Non si può dire quest’anno no: porta chiusa”

  • di Alice Lomolino

  • Foto: Ig Federazione Italiana Pallavolo

8 maggio 2025

VELASCO INSEGNA A VIVERE (a tutti, ma soprattutto alle pallavoliste che rifiutano la Nazionale per avere l’estate libera): “La maglia azzurra non è un club, è una cosa speciale. Non si può dire quest’anno no: porta chiusa”
Julio Velasco, ct delle Azzurre, scuote il volley femminile italiano con una presa di posizione netta: “La Nazionale non è un club, è una cosa speciale”. Quattro rifiuti, nomi pubblici e una porta che si chiude (quasi) definitivamente per chi preferisce l’estate libera alla Nations League (meno prestigiosa di Olimpiadi e Mondiali). In vista di una stagione infuocata tra Rio, Hong Kong, Olanda e Thailandia, il tecnico lancia un messaggio chiaro: dentro chi ha fame, fuori chi tentenna. E sul futuro: “Basta sfiducia nei giovani”

Foto: Ig Federazione Italiana Pallavolo

di Alice Lomolino

Il volley femminile italiano riparte dai trionfi con Julio Velasco alla guida e con una dichiarazione di intenti che suona come un manifesto: nella Nazionale non si entra “quando fa comodo”. Nessun giro di parole, nessun nome tenuto nascosto. Quattro giocatrici – Pietrini, Chirichella, Bonifacio e Lubian – avrebbero detto no alla convocazione per la Nations League, e il Ct ha scelto di metterle di fronte alle loro scelte pubblicamente. “Capisco le motivazioni, le accetto e le rispetto – ha dichiarato all’Auditorium Testori di Palazzo Lombardia a Milano – ma non si può dire: quest’anno sì, quest’anno no. La maglia azzurra non è un club, è una cosa speciale”.

Velasco non cerca lo scontro, ma nemmeno lo evita. La chiarezza è la sua arma migliore, e la usa per blindare un gruppo che ha già un itinerario di viaggio ben definito. Sarà, infatti, un’estate molto impegnativa per le Azzurre, campionesse olimpiche a Parigi 2024 e detentrici del trofeo, che giocheranno nella prima settimana della VNL (4-8 giugno) a Rio de Janeiro, poi voleranno a Hong Kong (18-25 giugno) e chiuderanno la fase preliminare ad Apeldoorn, nei Paesi Bassi, dal 9 al 13 luglio. Un percorso impegnativo che porterà dritto al cuore dell’estate: il Campionato Mondiale, dal 22 agosto al 7 settembre, in Thailandia, tra Bangkok, Chiang Mai, Nakhon Ratchasima e Phuket.

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L’aria da dentro o fuori è chiara: chi non c’è ora, difficilmente ci sarà domani. “Nessuno pensi di poter decidere di anno in anno se venire o no. È una porta quasi chiusa – ha spiegato – Se parliamo di Maradona, le eccezioni sono cinque. Se parliamo di me, sono zero”. La scelta di dire i nomi non è una provocazione, ma una mossa preventiva: anticipare le polemiche e soprattutto evitare le ambiguità sulla presenza o meno di alcune giocatrici. Il messaggio è chiaro: chi si è preso un’estate libera rischia l’addio alla maglia azzurra. Chi vuole esserci, lo dimostri. Gli altri, se ne facciano una ragione. Per il tecnico argentino l’Azzurro non è una chiamata: è un impegno. E se non lo senti come tale, forse è giusto restare a casa.

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Il Ct conferma Paola Egonu nel ruolo di leader della Nazionale e ricorda come "per Paola nel 2023 fu diverso il discorso del rifiuto all’azzurro. Prima di dire no alla chiamata è stata lei a essere lasciata fuori". Discorso a parte per Lucia Bosetti che non è stata esclusa, ma semplicemente non convocata. “Lì vogliamo lanciare un’altra giocatrice”, ha poi spiegato.

Velasco guarda avanti, e lo fa con una filosofia netta: meglio una titolare in A2 che una riserva in A1. Ma soprattutto, meglio chi ha fame. E lancia un messaggio al sistema prendendo come esempio i talenti del Barcellona: “In Italia c’è sfiducia nei giovani. Yamal e Pedri qui non giocherebbero. Serve cambiare: più spazio ai ragazzi, anche per ridurre i costi e aumentare l’entusiasmo. I giovani portano energia, quella vera”.

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