Quando si parla di trofei per Conegliano non sono solo obiettivi da raggiungere, ma un’ossessione. Lo ha ribadito con ferocia in gara-3 delle finali Scudetto, annientando Vero Volley Milano con un altro 3-0 secco, che chiude la serie sullo stesso punteggio complessivo. L’Imoco porta a casa l’ottavo tricolore della sua storia — il settimo consecutivo — in un PalaVerde infuocato, gremito e urlante come un’arena antica. Dal 2019 vince tutte le competizioni giocate in Italia, quindi anche la Coppa Italia e la Supercoppa italiana (quest’anno le ha già vinte entrambe). Una dinastia, quella gialloblù, che ormai non ha più bisogno di presentazioni, ma che continua a sorprendere per intensità, organizzazione e fame.

Le ragazze di coach Santarelli non lasciano neanche le briciole: serie dominata senza mai tremare, confermandosi la bestia nera per la formazione lombarda. Otto scontri diretti in stagione, otto vittorie. Nessuna pietà. Per Milano, la quindicesima sconfitta consecutiva contro le pantere è una ferita che brucia. Dieci giorni fa l’ultimo tentativo di detronizzarle, ma la corona resta saldamente sulla testa di Haak e compagne.
Milano ci ha provato. Ha stretto i denti, ha lottato, ha sporcato ogni pallone, ha tenuto il ritmo finché hanno potuto. Ma non è bastato. Troppi errori nei momenti chiave, troppa fatica nel costruire gioco pulito, troppa poca convinzione. Orro ha guidato le sue come sempre con grinta e intelligenza, ma senza riuscire mai davvero a far brillare il talento delle sue compagne. Vero Volley esce tra gli applausi: combattiva, generosa, con gli occhi lucidi di chi sa di aver dato tutto. Conegliano, invece, si è esaltata. Ha messo in mostra le proprie stelle, soffocando ogni barlume di speranza delle proprie avversarie con ferocia, compattezza e cinismo. Una macchina perfetta che ha lasciato a Milano solo un set in tutta la serie. Ogni punto è sembrato pesare il doppio, ogni break è diventato sentenza. Haak ha messo giù palloni pesanti come macigni, Wolosz ha suonato la sinfonia con eleganza spietata, Gabi ha messo in campo tutto il proprio carisma vincendo anche il premio MVP delle finali.
Conegliano ha dominato non solo con la tecnica, ma con la testa, la fame, la mentalità. L’abbraccio finale tra giocatrici, staff e pubblico è l’immagine perfetta di una squadra che non smette mai di volere di più, anche quando ha già vinto tutto. Lo show è tutto delle Pantere, ma l’altra metà del campo racconta un’altra storia, altrettanto intensa: le ragazze di Lavarini raccolte sotto la curva applaudite dai tifosi: gli occhi lucidi, il cuore pesante. E poi l’omaggio più forte: quello dei tifosi ad Alessia Orro, la capitana, che saluta la squadra e l’Italia per una nuova avventura in Turchia. Per lei una passerella di gratitudine che va oltre il risultato.
Ora Vero Volley dovrà fare ciò che riesce più difficile dopo una botta così: resettare. Tra dieci giorni c’è la semifinale di Champions League, in cui affronterà per ironia della sorte proprio Conegliano (squadra detentrice del titolo). Lo stesso avversario, la stessa montagna da scalare. Ma con una differenza: ora serve una squadra nuova nella testa, feroce nel cuore, ben salda nei nervi. Perché Conegliano non perde, e se non sei perfetto, ti divora.
