Aldo Cazzullo e il tennis. Uno sport di testa, intelligente, dinamico, eccitante. Il giornalista nella rubrica “Lo dico al Corriere” risponde alla domanda di un lettore incuriosito dal fatto che in Italia si parli sempre più di tennis e meno di calcio. Cazzullo conferma e analizza la questione sottolineando quanto tutto sia cambiato in poco tempo, più di vent’anni fa, il panorama era ben diverso. C’erano Rino Gattuso, Alessandro Del Piero, Francesco Totti, Pippo Inzaghi, Bobo Vieri. E in quello stesso anno, nel 2002, a Wimbledon l’Italia aveva Caratti, Gaudenzi, Sanguinetti, Galvani: tutti eliminati al primo turno. “Adesso abbiamo il numero uno del mondo e una nidiata di tennisti uno più bravo dell’altro; ma non ricordo un livello del calcio italiano così basso”, afferma il giornalista. Certo, Cazzullo specifica anche che il nostro sport, quello nazionale, sentito, italianissimo in fondo resta sempre il calcio. E continua la sua riflessione...

Il calcio non deve smettere di seminare, questo va precisato. Come osserva infatti l'esperto, da una parte, sono sempre meno i bambini che giocano a pallone per strada; la maggior parte di loro sembra preferire il cellulare o la PlayStation al cortile dove fare qualche tiro con gli amici. Inoltre, continua Cazzullo, un problema potrebbe essere anche il tempo. In una società come la nostra abituata alla velocità, all'istantaneo, il concetto di tempo scelto e di vita lenta sembrano temi lontani e per questo, forse, anche una partita di calcio da 90 minuti per molti potrebbe non essere il massimo. “Non a caso i ragazzi spesso preferiscono gli highlights alle dirette. È evidente che bisogna fare qualcosa per rendere il gioco più spettacolare, le squadre meno corte, le partite meno tattiche; quel qualcosa può essere soltanto allentare la regola del fuorigioco, limitandola all’area o poco più”. Tornando di nuovo al tennis, il fatto che stiamo assistendo a un vero e proprio boom è certo un’ottima notizia. Un gioco che Cazzullo definisce un mix tra pugilato e scacchi. E a proposito di tennis, ovviamente, questo è un periodo infuocato, si febbrile, che può riassumersi in una parola sola: Wimbledon. “Per emergere bisogna essere anche molto intelligenti, come lo sono sicuramente Jannik Sinner e Novak Djokovic, che ieri hanno dato spettacolo sul centrale di Wimbledon. Non ho mai conosciuto un tennista che non fosse anche intelligente”. Il giornalista rivolge un pensiero anche per Panatta, Adriano Panatta, oltre a essere molto intelligente è assolutamente brillante. Che dire, la stagione del tennis c'è e anche noi la stiamo vivendo a pieno.

Aldo Cazzullo sempre sul calcio e il presunto calare di certe abitudini dei ragazzini di oggi, mette in guardia e scrive così il suo intervento sul quotidiano “È evidente che bisogna fare qualcosa per rendere il gioco più spettacolare, le squadre meno corte, le partite meno tattiche; quel qualcosa può essere soltanto allentare la regola del fuorigioco, limitandola all’area o poco più”. Tornando di nuovo al tennis, il fatto che stiamo assistendo a un vero e proprio boom è certo un’ottima notizia, è un gioco della mente. Un mix tra pugilato e scacchi. E a proposito di tennis, chiaramente quello che stiamo vivendo è un periodo bello infuocato, si può riassumere in una parola sola: Wimbledon. “Per emergere bisogna essere anche molto intelligenti, come lo sono sicuramente Jannik Sinner e Novak Djokovic, che ieri hanno dato spettacolo sul centrale di Wimbledon. Non ho mai conosciuto un tennista che non fosse anche intelligente”. Sul finale della sua risposta, il giornalista rivolge un pensiero anche a Panatta, Adriano Panatta, un uomo, un tennista incredibile che oltre a essere molto intelligente è assolutamente brillante.