Wimbledon deve ancora iniziare, ma i sorteggi già ci fanno capire che direzione potrebbe prendere lo slam londinese. È Nardi il primo avversario di Jannik Sinner, in un primo turno che ci regala già un derby azzurro, con la consapevolezza, però, che uno dei due italiani non potrà continuare il suo percorso. Difficile anche per Fabio Fognini che, probabilmente per l’ultima volta sull’erba di Wimbledon, ha un primo turno decisamente ostico perché incontrerà il numero due al mondo Carlos Alcaraz, reduce dal trionfo al Queen’s e prima ancora Roland Garros. L’attenzione, però, è inevitabilmente sul nostro numero uno al mondo che, proprio ieri, ha fatto sapere di aver chiuso il rapporto professionale con i suoi due preparatori atletici non certo nel momento migliore della sua carriera. Ecco allora che a parlarne è Paolo Bertolucci che sulla Gazzetta dello Sport commenta così: “Il sorteggio di uno Slam è sempre un esercizio di stile”. Nessuno schema predefinito, nessuna certezza. Queste le sue parole analizzando il tabellone di Wimbledon 2025. “È vero che appare evidente come i due spicchi del tabellone maschile di Wimbledon siano piuttosto sbilanciati a favore di Alcaraz, mentre dalla parte di Sinner la presenza di Draper, Djokovic, Musetti e della mina vagante Bublik rende la corsa verso la finale molto elettrizzante”. Il grande equilibrio e l’imprevedibilità tipica dell’erba, sottolinea l’ex azzurro, rendono ogni previsione fragile: “Il campo tante volte si diverte a smentire pronostici e previsioni”. Nonostante questo, Bertolucci individua quattro nomi per la corsa al titolo: “A Londra non riesco a immaginare un vincitore diverso da Sinner, Alcaraz, Djokovic e Draper”. Ma il sorteggio, continua, non ha sorriso a Jannik: “Sono convinto che uno Jannik centrato tecnicamente e mentalmente vada messo sullo stesso piano dello spagnolo due volte campione per la conquista del titolo”. Continua così Bertolucci: “Un Sinner così in profondità in uno Slam di solito è garanzia di successo”.

L'esperto non ignora il contesto recente, anzi, lo ricorda e analizza: la delusione di Parigi (“i tre match point non sfruttati al Roland Garros”) e il cambio nello staff tecnico (“il freschissimo divorzio con Panichi e Badio ha smosso le acque”), ma resta fiducioso nella reazione di Jannik, già abituato a fronteggiare le avversità con la calma dei grandi. Lo sguardo si allarga poi agli altri azzurri: Musetti, reduce da uno stop per infortunio, e Berrettini, al rientro dopo oltre un mese di inattività. “Matteo in salute è sicuramente nella top 5 dei più forti interpreti attuali sull’erba”, ma il rischio è che lo stop abbia appannato sia il fisico che la mente. Per entrambi, le prime partite saranno decisive per ritrovare fiducia e condizione. E nel femminile? L’attenzione dell’esperto va speditamente a Jasmine Paolini: “Se ritroverà la fluidità di braccio e di pensiero, potrà di nuovo coltivare grandi ambizioni”, anche se oggi le certezze non sono più quelle del 2024. A contenderle il trono, Bertolucci individua Sabalenka, Gauff e forse Swiatek.
