“Ho guardato una foto di Gaza ed è come un enorme cantiere di demolizione”, ha detto il nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. “Deve essere ricostruito in modo diverso”, aggiunge. “Lei aiuterà Gaza?”, chiede ancora il giornalista durante una conferenza stampa a Washington: “Potrei”, risponde il tycoon, “è una location fenomenale, sul mare, clima fantastico… È tutto ottimo. Si potrebbero fare delle cose meravigliose con quel posto”. Resta da capire se l’accordo stipulato tra la notte del 17 e del 18 gennaio per il cessate il fuoco verrà mantenuto. Ma si parla già di altro: di affari. Flavia Carlini ha pubblicato sulla sua pagina Instagram il video dell’intervista a Trump. L’attività si chiede come sia possibile che il presidente eletto si concentri sulle potenzialità di un investimento a Gaza e non delle vite distrutte dei palestinesi. L’economia di guerra prevede anche la ricostruzione dei luoghi in cui sono cadute le bombe. Ma a trarne vantaggio sarebbero anche coloro che decidono di investire nel lusso. Lo avevamo già scritto in questo articolo.
Nei mesi di guerra successivi al 7 ottobre del 2023, infatti, è stato registrato un boom di compravendite per immobili di lusso tra Gerusalemme e Tel Aviv. A luglio 2024 i prezzi per le case superavano spesso i 2,5 milioni di euro, circa 10 milioni di shekel. Da fine gennaio 2023 a giugno 2024 sono stati 434 gli affari di lusso registrati dall’Autorità fiscale israeliana, di questi 256 (59%) sono avvenuti a Tel Aviv, 89 (20,5%) a Gerusalemme e 31 (7%) a Herzliya. Quest’ultima sembrerebbe una metà privilegiata per investitori stranieri (seppur questi siano diminuiti a causa del conflitto). Donald Trump non sembra però escludere l’apertura di un mercato all’interno dei territori della Striscia. Il clima, il mare, l’atmosfera esotica: i fischi delle bombe si sono fermati, almeno per ora, ma il nuovo presidente degli Stati Uniti ha già in mente il prossimo passo?