C'era una volta una ragazza di nome Amanda: era bionda, aveva due grandi occhi azzurri e veniva da Seattle. Amanda era una ragazza ingenua e un po' strana con il sogno di studiare in Italia; presto però, il sogno sarebbe diventato incubo. Perché senza sapere cosa stesse succedendo, l'ignara Amanda si sarebbe ritrovata mostro.
Si potrebbe riassumere così The Twisted Tale of Amanda Knox, la serie Disney+ sbarcata in piattaforma il 20 agosto con i primi due episodi; otto in totale, i successivi rilasciati uno ogni settimana.
Interpretata dall'attrice Grace Van Patten, la serie racconta ovviamente la storia di Amanda Knox, dichiarata colpevole in primo grado poi assolta in Cassazione per l'omicidio di Meredith Kercher, avvenuto a Perugia nella notte tra l'1 e il 2 novembre 2007.
Tutto inizia in una Terni illuminata di oro, il 31 ottobre 1986 quando un corvo incappucciato lascia lo stormo e va sbattere contro una finestra del Tribunale di Terni: un giovane giudice italiano, vedendo la macchia di sangue sul vetro, la considererà sciagura di presagio. Nello stesso momento a Couldston, South London, una bambina molto amata muoveva i primi passi: era Meredith. E nello stesso momento, a Seattle, Washington, a una festa una ragazza degli anni '20 e un giovanotto che sembra Billy The Kid ci danno dentro: nove mesi dopo nascerà Amanda.
Citando il film Il Favoloso Mondo di Amelie inizia così anche il favoloso mondo di Amanda, questa versione seriale in cui una ragazzina “che vive nella sua immaginazione” si trasferisce a Perugia per un Erasmus e, ignara di tutto, si ritrova coinvolta nel feroce omicidio della coinquilina Meredith Kercher. Elemento da non sottovalutare è infatti il seguente: la serie è prodotta dalla stessa Amanda Knox, in collaborazione con la casa di produzione di Monica Lewinsky.

Ecco allora che la “fuc*ing weirdo” Amanda, quella a cui viene regalato un vibratore a forma di coniglietto, verrà subito additata: perché fredda, sessualmente attiva, carina. Brutalmente interrogata e considerata colpevole, secondo la serie, per un solo motivo: l'avevano presa in antipatia. Tutti. Dalle amiche inglesi di Meredith alla polizia che svolgeva le indagini, fino alle due coinquiline Laura e Filomena, che non vediamo mai stringersi vicino a lei. Dalla sua parte solo Raffaele Sollecito, il ragazzo incontrato pochi giorni prima e qui mostrato come goffo, totalmente asservito alla fidanzata americana.
The Twisted Tale of Amanda Knox si sofferma molto sull'atteggiamento della polizia italiana, convinta della colpevolezza della ragazza più per pregiudizio che per reali elementi. La narrazione sottolinea continuamente la durezza nei suoi confronti, la poca predisposizione ad ascoltarla; il fastidio nei confronti di questa ragazza che parla a malapena italiano e osa sbaciucchiare Sollecito in Questura, nonostante tutto quello che è successo. Un'anima pura che si comporta senza strutture, in un mondo che già ha deciso la sua sorte.

Il processo di Perugia è stato lungo, contraddittorio e alla fine, l'unico condannato in via definitiva è stato Rudy Guede. Sappiamo anche che Amanda Knox, ad ogni apparizione in Tribunale, veniva descritta dalla stampa nei dettagli più minuziosi, raccontata come la straniera promiscua, carina e letale. Questo giudizio, questa narrazione nei suoi confronti, è esattamente ciò che la serie di Disney Plus denuncia scena dopo scena: l'Italia chiusa e bigotta contro l'americana anticonvenzionale.
Grazie all'intepretazione di Grace Van Patten inoltre, è facilissimo empatizzare con quegli occhioni ingenui; salvo poi ricordarsi che la vicenda è vera.
A questo punto perciò, per quanto la serie sia ben confezionata, il pensiero corre a Meredith Kercher. Almeno quello dello spettatore, perché quello dello Knox sicuramente non ci va. La vittima viene presentata all'inizio, descritta brevemente come amica e poi lasciata al suo ruolo di cadavere.
Amanda Knox aveva la possibilità di raccontare la storia dal proprio punto di vista, di denunciare e smontare ciò di cui era accusata, cioè di essere totalmente disinteressata alla morte di Meredith. Solo che non lo fa: la verità è che Amanda Knox, nella scrittura della serie, Meredith Kercher non la considera nemmeno per sbaglio. Con un ricordo, un pianto, una frase qualsiasi tra lei e Sollecito: non lo fa nei primi due episodi a cadavere ancora caldo, figuriamoci dopo. Se Amanda crolla, è solo per la pressione psicologica intorno, tra mancanza di sonno e interrogatori serrati; che Meredith sia stata trovata con la gola tagliata, è qualcosa che non le provoca nessun interrogativo, riflessione, esternazione.
Se l'obiettivo era dimostrare di essere stata fraintesa, giudicata male, che non è vero che era la persona poco empatica descritta dai media, allora è presto fallito. Meno male che c'è la deliziosa Grace Van Patten a darle espressioni e voce; altrimenti si noterebbe subito.
