È da poco uscita una serie dedicata al mistero della morte di Bergamini, il calciatore del Cosenza in serie B scomparso ormai più di trent'anni fa. Pablo Trincia nella nuova serie Sky Il cono d'ombra - La storia di Denis Bergamini, diventa la voce narrante, ripercorre le zone d'ombra e ricostruisce la vicenda. Una morte, quella di Bergamini, che ha lasciato aperti numerosi interrogativi negli anni: il rinvenimento del cadavere sulla Statale 106, nei pressi di una località sul mar Ionio, aveva inizialmente fatto ipotizzare un suicidio, ipotesi che secondo la ricostruzione di amici, compagni di squadra e familiari si era rivelata poco credibile. Cosa è realmente accaduto? La docu-serie tenta di analizzare i fatti. Intanto il critico Aldo Grasso approfondisce e commenta il lavoro di Trincia. L'esperto sul Corriere sottolinea come questo caso di cronaca sia già stato trattato in passato attraverso diversi programmi e approfondimenti, ma riguardo a questa nuova ricostruzione esprime un giudizio piuttosto netto.

Dopo i primi episodi incentrati sulle testimonianze familiari e sulla ricostruzione degli eventi, “si racconta, soprattutto, un processo clamoroso, costellato di colpi di scena, grazie a immagini di repertorio, ricostruzioni basate sulle testimonianze rese a processo e alcuni video girati dallo stesso Denis Bergamini”. Il punto cruciale è però un altro. “Funziona il passaggio dal podcast alla docu-serie?”, si interroga Grasso nella sua recensione. La risposta è categorica: “Credo che siamo di fronte allo stesso problema della 'visual radio', la radio che viene anche trasmessa in tv. È una commistione che non mi convince: l'ascolto e la visione sono due mondi totalmente separati. Che senso ha guardare un signore chino sui suoi ritagli di giornali che conduce una rassegna stampa senza quasi mai vederlo in volto?”, osserva sul quotidiano. Secondo l'esperto, il ruolo di Pablo Trincia narratore risulterebbe molto più efficace attraverso il medium vocale. Per Grasso, è proprio la mancanza di presenza fisica a creare un legame emotivo più spesso, forte e allo stesso tempo intimo con chi ascolta, come se si condividesse un segreto in due. Aspetto che forse, leggendo le sue parole sul giornale, verrebbe meno attraverso una docu-serie.
