Il vero obiettivo di Marine Le Pen? Le elezioni presidenziali del 2027. Il successo di Emmanuel Macron e della sinistra alle ultime elezioni legislative francesi? Da ridimensionare. In fin dei conti non c'è stato alcun trionfo, come invece certi analisti e osservatori vorrebbero farci credere.
La situazione, in Francia, potrebbe insomma essere molto diversa rispetto a quanto abbiamo letto sui giornali. Il motivo è semplice: vincitori e sconfitti rischiano di essere stati invertiti. Colpa di analisi e ragionamenti ristretti, anche un po' partigiani e miopi, che guardano all'immediato presente ma non al medio-lungo periodo.
Se, infatti, zoomiamo su Parigi, ora – in questo preciso momento – vediamo uno spaccato politico preciso: Nuovo fronte popolare coalizione principale, i macroniani di Ensemble a inseguire e Rassemblement National in terza fila. Si potrebbe dunque dire: Macron e la sinistra, che intendevano arginare “la minaccia estremista”, hanno portato a casa la partita.
A questo ragionamento manca però un pezzo: Le Pen è stata arginata, ma adesso chi governa? Arriviamo così al secondo rebus. La figura più importante della Francia è il presidente del Paese, le cui elezioni sono previste per il 2027. Cosa succederà tra tre anni se Macron, nei prossimi giorni, dovesse scendere a patti con la sinistra di Jean-Luc Mélenchon, o peggio, aprire le porte ad un governo tecnico? Perché le due possibilità citate non sono da escludere, data l'attuale ingovernabilità parigina. Possibile risposta al quesito sollevato: il capo dell'Eliseo potrebbe perdere terreno in vista dello scontro con Le Pen.
Due erano gli scenari chiave da prendere in esame prima del voto. Il primo: vittoria e maggioranza assoluta del RN. A quel punto Bardella avrebbe presumibilmente assunto la carica di primo ministro per spianare la strada verso un fantomatico successo presidenziale di Le Pen nel 2027. Così non è stato, e dunque passiamo al secondo scenario, che poi è quello che si è verificato nella realtà: frenata del RN e risalita di Macron.
Si aprono quindi due strade, adesso, per la Francia: o macroniani e sinistra riescono a trovare un'intesa sulla quadra generale da dare al governo, oppure potrebbe spuntare l'opzione di un "tecnico".
Attenzione però, perché in entrambi i casi Macron vedrebbe la sua immagine cadere a pezzi. L'alleanza tra macroniani e sinistra potrebbe squalificare a vicenda due mondi tra loro distanti anni luce – e che in passato se le sono date di santa ragione e dette di tutti i colori – mentre l'arrivo al potere di un tecnico – un “Mario Monti francese”, per intendersi – spingerebbe l'elettorato a punire le bizze e gli azzardi di un presidente sempre più vittima del proprio narcisismo. Un Cristiano Ronaldo della politica che rischia di far affondare la Francia per rincorrere desideri impossibili da raggiungere.