Varie sigle dell’autotrasporto, della logistica e del settore marittimo – tutti settori teoricamente (e a loro stesso dire) in forte crisi in questo periodo di aumento del costo del carburante e delle materie prime, complici imposte e accise applicate via via dalla politica – hanno comprato sui principali giornali italiani (Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa) una pagina pubblicitaria per chiedere a Draghi di rimanere presidente del Consiglio.
L’avviso a pagamento (intitolato “Appello perche Draghi rimanga a Palazzo Chigi”) recita: “Anasped, Angopi, Anna, Assarmatori, Assiterminal, Assocad, Assocostieri, Assoferr, Assologistica, Assotir, Associazione Nazionale Gestori rifiuti, Manutenzioni Spurghi reti fognarie e idriche, CLIA, Confetra, Conftrasporto, Fai, Fedepiloti, Federagenti, Federlogistica, Federtraslochi, Fiap, Fise Uniport, Unitai, le Associazioni rappresentative del cluster marittimo, portuale, ferroviario e logistico italiano, chiedono al Presidente del Consiglio Mario Draghi e al Governo di restare in carica e un atto di responsabilità da parte delle forze politiche presenti in Parlamento affinché, senza indugi e trattative, esprimano la loro fiducia all’Esecutivo permettendogli di continuare a lavorare sui tanti dossier aperti”.
E ancora: “Le tensioni geopolitiche che non accennano a diminuire, le loro conseguenze dirompenti sull’economia internazionale e la necessità di procedere velocemente nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza impongono una necessaria continuità nell’azione di governo, che non può e non deve essere messa a repentaglio. In un momento storico del genere, l’Italia non può restare senza una guida autorevole e sicura come quella del Presidente Mario Draghi”.
La cosa ha destato l’interesse di Giuseppe Cruciani che, ospite di Nicola Porro alla Zanzara nella Zuppa nell’ambito dell’evento “La ripartenza” al teatro Petruzzelli di Bari ha sottolineato l’apparente contraddizione: “Hanno pagato un paio di pagine pubblicità, gli autotrasportatori. Dicono di avere le pezze al culo, come tutti d’altra parte, e pagano una pagina di pubblicità sul Corriere della Sera (che costerà poco perché la carta è finita, costa meno di un tempo, però…) per dire che Draghi deve continuare…”