Il “martello di mezzanotte” si è abbattuto sull’Iran. Sette bombardieri americani B-2 Spirit e missili Tomahawk hanno colpito i complessi nucleari di Fordow, Natanz e Isfahan. I danni alle strutture ancora non sono chiari, ma per il momento sembra che i livelli di radiazioni nell’area non siano aumentati. Il Capo di Stato Maggiore Usa, il generale Dan Cain, ha sottolineato che si tratta della più ampia operazione militare contro l'Iran dai tempi dell'11 settembre. Un’azione che aggrava l’escalation e rende la situazione in Medioriente ancora più incerta. Il Pentagono ha dichiarato di aver “devastato il programma nucleare iraniano”, mentre il presidente Donald Trump ha affermato che “ora è il momento per la pace”. Il governo iraniano da parte sua ha risposto duramente e ha parlato di “conseguenze eterne”, e del superamento di una “linea rossa”. Un momento difficile da decifrare. Anche in Italia, comunque, si prendono contromisure: il Viminale ha identificato oltre 28.700 obiettivi sensibili su tutto il territorio nazionale, di cui 4.400 concentrati nella sola capitale. Questa mappatura comprende sedi diplomatiche, uffici culturali, catene commerciali, compagnie aeree, centri turistici, musei, monumenti e infrastrutture critiche. Gli obiettivi ebraici e israeliani ammontano a circa 250 strutture in tutta Italia, mentre quelli americani sono significativamente più numerosi. La presenza massiccia di interessi statunitensi sul territorio italiano rende il Paese particolarmente esposto a possibili ritorsioni.

Le basi militari Usa e Nato
L'Italia ospita attualmente circa 120 basi militari ufficiali tra Usa e Nato, con oltre 12.000 militari americani dislocati sul territorio nazionale. Nel Nord Italia si trovano installazioni strategiche come Aviano in Friuli-Venezia Giulia, che ospita il 31st Fighter Wing dell'aeronautica Usa con presenza di armi nucleari, e Ghedi in provincia di Brescia, base italiana con forte presidio americano e depositi di armi atomiche. A Vicenza è situata la Caserma Ederle, sede della 173rd Airborne Brigade, mentre Motta di Livenza nel Veneto e Solbiate Olona in provincia di Varese completano il quadro delle principali installazioni settentrionali. Il Centro Italia ospita Camp Darby a Pisa, che rappresenta il deposito principale di missili, ordigni e munizioni, e Gaeta nel Lazio, importante porto d'attracco della Marina americana. Nel Meridione si concentrano alcune delle installazioni più strategiche, tra cui Napoli con il Comando della Forza Congiunta Nato e la sede del Naval Support Activity, Sigonella in Sicilia che costituisce l'hub principale dell'aviazione USA nel Mediterraneo, e La Spezia dove ha sede il Centro di ricerca Nato per la difesa sottomarina.

L'incremento delle misure di sicurezza
Dopo l'attacco americano, le autorità italiane hanno portato al livello massimo il dispositivo di sicurezza in tutto il territorio nazionale. Il Viminale ha convocato il Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo per coordinare la risposta. A Roma, la Prefettura ha ordinato l'intensificazione della vigilanza sugli obiettivi americani e il potenziamento delle misure di protezione per l'ambasciatore statunitense. Particolare attenzione è stata rivolta agli eventi del Giubileo, considerando che il nuovo Papa Leone XIV è di nazionalità americana. Le forze dell'ordine hanno rafforzato la sorveglianza su diversi settori strategici. Nel comparto dei trasporti è stata intensificata la vigilanza presso stazioni ferroviarie, aeroporti e porti, mentre nel settore turistico si è concentrata l'attenzione su strutture ricettive e attrazioni turistiche. Gli eventi pubblici come concerti, manifestazioni sportive e culturali sono oggetto di controlli rafforzati, così come le infrastrutture critiche, tra cui centrali energetiche e sistemi di comunicazione.
