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Beppe Sala invita a leggere
i dati Arpa sull'inquinamento
di Milano: lo abbiamo fatto e l'aria
è irrespirabile. Ma il sindaco
fa negazionismo ambientale?

  • di Jacopo Tona Jacopo Tona

20 febbraio 2024

Beppe Sala invita a leggere i dati Arpa sull'inquinamento di Milano: lo abbiamo fatto e l'aria è irrespirabile. Ma il sindaco fa negazionismo ambientale?
Il sindaco di Milano ha bollato lo studio di Iqair, che posiziona il capoluogo lombardo come uno dei peggiori per inquinamento a livello mondiale, come una notizia clickbait e invitando a guardare i dati di Arpa. Lo abbiamo fatto, ma non è che la situazione dell’aria vada molto migliore. Allora i casi sono due: o Beppe Sala fa negazionismo ambientale, oppure c’è qualcosa che non torna. Intanto, però, come mai sono scattate le misure antinquinamento?

di Jacopo Tona Jacopo Tona

Ma Beppe Sala, sindaco di Milano, è serio quando dice di essere seri? Seriamente, l'aria del capoluogo lombardo, così come in tutta la Pianura Padana, è oggettivamente pestilenziale. Lo si capisce anche senza andare a leggere gli studi: il naso sente il tanfo mefitico dell'inquinamento, il sistema immunitario reagisce in maniera scomposta, sovraccarico di lavoro, dando origine a sinusiti, allergie e altri problemi, spesso anche più gravi, alle vie respiratorie. In questi giorni ha fatto scalpore uno studio pubblicato da una società svizzera Iqair, che come potete leggere su MOW non è certo il massimo dell'imparzialità, ma che ha posizionato la città della moda al terzo posto delle metropoli più malconce del pianeta, superata soltanto da Dacca in Bangladesh e da Laore in Pakistan, superando perfino New Delhi, la popolosa città indiana che non spicca certo per la sua attitudine green. Secondo lo studio elvetico, Milano ha superato di ben 24,7 volte il valore limite delle polveri sottili, e ha raccomandato senza sconti di barricarsi in casa, di non fare attività all'aperto, di non portare i bimbi in giro con il passeggino, prefigurando uno scenario a dir poco distopico in cui è fatto divieto di respirare, se si vuole proteggere la propria incolumità. Lo studio è stato pubblicato appena il giorno dopo alla divulgazione del report dell'ESA, l'agenzia spaziale europea, le cui fotografie satellitari non lasciano alcuno spazio all'ottimismo ambientale.

L'inquinamento in Pianura Padana nelle proiezioni ESA
L'inquinamento in Pianura Padana nelle proiezioni ESA

Eppure, il sindaco di Milano Beppe Sala ha bollato lo studio di Iqair come la classica notiziola clickbait da social network, dicendo che è "la solita analisi estemporanea gestita da un ente privato. Bisognerebbe capire chi fa queste analisi, perché le analisi di Arpa (Azienda regionale per la protezione ambientale) dimostrano tutto il contrario". Ora, i casi sono due: o Beppe Sala sta facendo negazionismo ambientale, oppure ha ragione lui. Di studi parziali e sensazionalistici è pieno il web, in effetti. Per capire chi ha effettivamente ragione, non resta che andare a vedere i dati pubblicati da Arpa, esattamente come ha suggerito il primo cittadino meneghino. Limitandoci a Milano, senza affrontare i dati di tutta la Pianura Padana, basta andare sul sito di Arpa Lombardia, e cliccare sui dati relativi alla qualità dell'aria: diranno davvero il contrario di quelli pubblicati da Iqair? Scopriamolo. Clicchiamo su emissioni. La mappa che si apre è facilmente leggibile, intuitiva. Consentiamo al telefono, come richiesto dal sito, l'accesso a openmap, e il gioco è fatto. Si vede Milano dal satellite, e i colori non sono certo rassicuranti. L'intera area metropolitana di Milano è viola, con propaggini fino a Bergamo e Brescia, compresi alcuni pezzi di hinterland. Il colore viola indica che i valori di PM10, il famigerato particolato nocivo, sono alla massima soglia raggiungibile. Le polveri fini, infatti, rientrano nel range di tolleranza più alto, con valori tra 1,5 e 10 t/km^2.

La mappa delle emissioni del sito dell'Arpa Lombardia
La mappa delle emissioni del sito dell'Arpa Lombardia

Aprendo il menù a tendina, possiamo osservare anche i dati dei Covnm, i composti volatili organici non metanici, un altro dato importante sullo stato dell'inquinamento ambientale, in quanto alcuni di questi composti sono cancerogeni. Anche qui prevale il colore viola, ovvero la fascia più pericolosa, i cui valori sono compresi tra 50 e 85. E sono viola anche i dati sull'ammoniaca, NH3 nella legenda, la quale ricopre gran parte della regione, tranne Milano: il motivo è che la presenza nell'aria di questo inquinante è dovuta principalmente agli allevamenti intensivi. I gas serra, invece, ricoprono di rosso il capoluogo lombardo, rimanendo nella penultima fascia di tolleranza, con valori tra i 5 e i 50 kt/km^2. Su questo dato non si raggiunge il livello peggiore, è vero, ma rientrare nel penultimo range di qualità non sembra certo un risultato vincente. Lo stesso si può dire dell'ultimo indicatore, gli ossidi di azoto (NOX), il cui valore rientra sempre in area rossa, colorando l'area metropolitana e le principali arterie stradali, con la forma di una inquietante stella marina. I Nox sono prodotti della combustione, e questo è il motivo per cui la mappa ricopre principalmente le strade più trafficate. A occhio e croce, non sembra coerente affermare che i dati di Arpa dicano il contrario dello studio Iqair, o quantomeno non sollevano certo la nostra preoccupazione per la salute da un senso di angoscia latente. Poi, signor sindaco, se i rilevamenti sono rassicuranti, perché a partire da oggi sono scattate le misure antinquinamento? Circolazione limitata, divieto di tenere temperature superiori a 19 gradi nelle abitazioni e negli esercizi commerciali e utilizzare generatori a legna per riscaldamento domestico (in presenza di impianto alternativo) di classe emissiva fino a 3 Stelle compresa (I° livello). Per gli agricoltori, divieto di spandere gli effluenti di allevamento, le acque reflue, i digestati, qualsiasi cosa essi siano, i fertilizzanti e i fanghi di depurazione, salvo iniezione e interramento immediato. Siamo seri, signor Sala. L'aria fa seriamente schifo, e non è serio non trattare seriamente il problema, derubricando uno studio a semplice millanteria acchiappaclick, soprattutto se i dati Arpa che suggerisce di guardare risultano essere altrettanto preoccupanti. Altrimenti, si rischia di passare per negazionisti ambientali, senza serietà. 

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