Flavio Briatore sta perdendo la sfida con la pizza napoletana? Secondo Fabio Bergamo, docente di digital marketing presso Ilas Academy, la risposta è sì. In un articolo su Luciano Pignataro - Wine&Food Blog, ha parlato del Crazy Pizza di Napoli dell’imprenditore, un locale ormai molto conosciuto (di cui anche noi di MOW abbiamo parlato spesso) che all’inizio, come ha scritto Bergamo, “ha fatto il pieno, sfruttando con grande capacità il meccanismo del rage bating - molte dichiarazioni di Briatore generano indignazione, e questa rabbia si trasforma in visibilità, commenti, condivisioni”. E poi? Secondo Fabio Bergamo queste “fiammate” durano poco. Ma come fa a saperlo? Bergamo ha raccontato di aver monitorato per mesi il sistema di prenotazioni del Crazy Pizza di Napoli, che richiede “carta di credito, quindi affidabile e a prova di bot e scherzi”. Secondo quanto raccontato dal docente, all’inizio il locale sarebbe stato tutto pieno per settimane e poi, piano piano, si sarebbe cominciato a trovare posto. “Oggi? Si può prenotare spesso per qualsiasi giorno a qualsiasi orario, anche per 5 persone insieme”. La verità, secondo Fabio Bergamo, è che a Napoli “è complicato competere con una pizzeria”. Il motivo? I turisti cercano “l’esperienza autentica”, come la pizza a portafoglio o “la foto da L’Antica Pizzeria da Michele”. I napoletani, invece, secondo Fabio Bergamo “si affidano a passaparola, recensioni, classifiche di organizzazioni indipendenti”. Inoltre, come spiegato dal docente nell’articolo, il format della “pizza spettacolo” non è nuovo ed esisterebbero almeno altri due locali che “lo fanno bene”. Inoltre, a funzionare bene sono anche le pizzerie di quartiere, con l’asporto che “resta un abitudine” e con la pizza che “va mangiata calda”. “Chi apre una nuova pizzeria a Napoli deve fare i conti con tutto questo [...] Con costi fissi così alti in pieno centro, a partire dall’affitto, o cambia pelle o a mio parere rischierà di non durare a lungo”.

La verità, secondo Fabio Bergamo, è che a Napoli “è complicato competere con una pizzeria”. Il motivo? I turisti cercano “l’esperienza autentica”, come la pizza a portafoglio o “la foto da L’Antica Pizzeria da Michele”. I napoletani, invece, secondo Fabio Bergamo “si affidano a passaparola, recensioni, classifiche di organizzazioni indipendenti”. Inoltre, come spiegato dal docente nell’articolo, il format della “pizza spettacolo” non è nuovo ed esisterebbero almeno altri due locali che “lo fanno bene”. Inoltre, a funzionare bene sono anche le pizzerie di quartiere, con l’asporto che “resta un abitudine” e con la pizza che “va mangiata calda”. “Chi apre una nuova pizzeria a Napoli deve fare i conti con tutto questo [...] Con costi fissi così alti in pieno centro, a partire dall’affitto, o cambia pelle o a mio parere rischierà di non durare a lungo”.
