Essere ritardatari conviene. Almeno per quanto riguarda i voli di questo agosto. Non si parla solo di caldo e di crisi del turismo, di spiagge vuote e montagne affollate. I trasporti, infatti, restano un tema centrale. Lo rivela un’analisi fatta dal Corriere della sera dalla quale emerge un dato anomalo: nei giorni che precedono Ferragosto – soprattutto tra gli 11 e i 13 prima della partenza-, i prezzi sono canati in maniera netta. In generale, scrive ancora il CorSera, il periodo più conveniente per completare le prenotazioni è di 12-25 giorni antecedenti alla partenza. Solitamente, invece, la fascia temporale migliore è quella tra 35 e 60 giorni. Complici di questa variazione sono il clima politico instabile e l’aumento di costi verso alcune mete particolarmente frequentate. Le variabili come l’apertura di una nuova bocca effusiva sull’Etna, poi, complicano ancora di più il quadro (l’aeroporto di Catania è in funzione, ma c’è un’allerta arancione per i voli). Ad ogni modo non è possibile stabilire con certezza se questo calo sarà una costante e che si possa ripetere nei prossimi mesi. Ancora il Corriere riporta alcuni esempi di questo trend: un biglietto andata e ritorno sulla tratta Napoli-Madrid acquistato quattordici giorni prima della partenza aveva un costo di 216 euro, mentre chi aveva prenotato lo stesso volo con sei settimane d'anticipo aveva pagato 282 euro - ben il 23% in più. Per i viaggi tra Roma-Rio de Janeiro si registra un risparmio del 36% prenotando dodici giorni prima anziché quaranta; per Roma-Los Angeles la riduzione raggiunge il 43% rispetto a prenotazioni effettuate un mese prima. Anche i voli domestici seguono questa logica: Milano-Catania mostra una diminuzione del 38%, mentre per le destinazioni europee come Milano-Atene si arriva fino al 45% di sconto prenotando due settimane prima. Persino le rotte intercontinentali come Milano-New York presentano riduzioni del 39% a due settimane dalla partenza.

Tre dirigenti di compagnie coinvolte hanno in parte spiegato le cause di queste variazioni: “Le abitudini di acquisto cambiano ormai mese per mese e dopo il Covid sono saltate le poche certezze che avevamo. Un tempo la maggior parte dei biglietti si vendeva tra i tre e i sei mesi prima del volo. Oggi non più”. E ancora: “Abbiamo atteso fino all’ultimo, poi ci siamo resi conto che non avremmo riempito gli aerei come sperato e abbiamo abbassato le tariffe per salvare la stagione e attrarre quanti più clienti”. Se poi una compagnia tira giù i prezzi, “allora è costretta ad adeguarsi. O le eguaglia o le lima ancora di qualche euro, spesso spingendo l’altra ad abbassare ulteriormente, anche di pochissimo”.
