La vicenda degli audio di Raoul Bova si complica. Fabrizio Corona ha dato il via, ma ora emergono sempre nuovi dettagli e l'ultimo tassello l'ha aggiunto il giornalista Gabriele Parpiglia dalla sua newsletter. Secondo Parpiglia, c'è molto di più: un sistema che aveva progettato di disintegrarlo.
Raoul Bova sarebbe sotto scacco da tempo: a inizio luglio infatti, il Don Matteo di Rai 1 avrebbe ricevuto una serie di messaggi minatori da parte di un profilo misterioso, creato appositamente per avvicinarlo. Il profilo in questione ha ora un nome: Catherina Droga, Cath su WhatsApp. Si tratta di un account business localizzato in Spagna. Da questo numero sarebbero partiti una serie di messaggi inquietanti, i quali gli annunciavano che c'erano degli audio che lo riguardavano, delle conversazioni intime che rischiavano di danneggiarlo. Nessuna richiesta esplicita di denaro, scriveva Repubblica, ma il senso era comunque chiaro. In caso contrario, riporta invece Parpiglia, sarebbe stato “fottuto o sfottuto”.
Raoul Bova comunque non avrebbe ceduto, rispondendo oltretutto di essere già separato da due anni. Ora la Procura di Roma indaga per tentata estorsione.

Alla luce di quanto successo, l'attore in effetti risulta entrambi: sia “fottuto” per la separazione dalla compagna con battaglia legale per l'affido delle figlie, la Morales vorrebbe quello esclusivo, che “sfottuto” con conseguente rovina della sua immagine pubblica. Lo “sfottuto” del famoso audio diffuso da Corona a Falsissimo.
Dunque cosa sta succedendo? Che secondo quanto scrive Parpiglia, la faccenda Bova va ben oltre Federico Monzino e Martina Ceretti. La Procura di Roma starebbe seguendo la pista dell'intestatario della scheda: chi c'è dietro Catherina Droga? Chi è che gli scriveva di possedere materiale che, nelle mani di Fabrizio Corona, sarebbe diventato una puntata di Falsissimo? Nelle indagini della Procura, Monzino e Ceretti sarebbero solo gli ultimi anelli della catena: se Monzino ha ammesso di aver consegnato il materiale a Corona, nega però di essere l'autore dei messaggi ricattatori; la Ceretti a sua volta, ha dichiarato di aver inoltrato gli audio al suo amico, però di averlo fatto in buona fede.
Ma emerge anche un altro dettaglio, che Parpiglia sottolinea: a Bova era stato rubato il cellulare, però non in strada. Il telefono invece, sarebbe sparito ad aprile in un ambiente familiare: è possibile che in quell'occasione siano state estrapolate informazioni private sia da WhatsApp che dai social.

Il giornalista infine, pone un quesito: come mai questi audio compomettenti, questa bufera su Raoul Bova, si è scatenata proprio ora? O meglio: adesso che Rocio Morales, ex compagna di Bova, chiede l'affido esclusivo delle figlie, Raoul Bova si ritrova al centro del dibattito mediatico con il presunto scandalo. Ancora: Bova aveva scelto per difenderlo l'ex suocera Annamaria Bernardini De Pace, come ha fatto la Morales a scoprirlo in anticipo?
Si tratta di una domanda che rimane aperta, così come quella su chi ha avuto accesso alle informazioni private di Bova: la risposta dunque, potrebbe essere proprio nell'identità di Catherina Draga. Intanto, Raoul Bova non rilascia dichiarazioni né tantomeno interviste, ma collabora con le autorità e ha scelto di farsi assistere dall'avvocato penalista David Leggi; in arrivo, scrive Parpiglia, un “super testimone” che potrebbe rivelare tutto.
Parpiglia inoltre, assicura: la verità emergerà tra fine agosto e settembre.
