Procuravano escort e droga a clienti facoltosi: questa è l’accusa che ha portato agli arresti domiciliari Stefania Nobile, figlia di Wanna Marchi, e il suo ex compagno Davide Lacerenza, titolare della Gintoneria di Milano, ora sotto sequestro. L’inchiesta parla di autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, detenzione e spaccio di stupefacenti. Il tutto condito da intercettazioni in cui la stessa Nobile avrebbe previsto il proprio arresto e da video social in cui Lacerenza ostenta con orgoglio il suo stile di vita extra lusso. Ma attenzione, perché mentre le Fiamme Gialle chiudono il locale, il dibattito pubblico si sposta su chi ha dato voce a loro prima dell’indagine. E quindi eccoci di nuovo al ritornello già sentito: è colpa di Giuseppe Cruciani e David Parenzo? La Zanzara avrebbe sbagliato a ospitarli e a renderli protagonisti, dicono. Mi piacciono certi personaggi che ospitano? No. Michelle Comi che si fa la vaginoplastica, piuttosto che il "Brasiliano" Massimiliano Minnocci con le sue spacconate. Ma, evidentemente, e i numeri lo testimoniano, sono quello che gran parte degli italiani vuole ascoltare. Il punto è che la vera inclusività è rappresentata proprio da quella radio, che non impone i bavagli tanto cari a una certa parte politica (anche se sono i primi a predicare il contrario) e dà spazio a chi uno spazio in fondo già ce l’ha.

Quello che però nessuno nota (e se lo nota non lo dice) è che Stefania Nobile e Davide Lacerenza erano già personaggi noti e discussi ben prima che Cruciani e Parenzo decidessero di farli intervenire. Loro, semmai, hanno solo amplificato un fenomeno già esistente. Ma qui si torna sempre alla stessa ipocrisia: “Danno spazio a certa gente”. Già, perché evidentemente il problema non è quello che la Nobile e Lacerenza avrebbero fatto (la giustizia farà il suo corso) ma che qualcuno ha osato dargli un microfono. Come se fingere che queste persone non esistano risolvesse qualcosa. Se un fenomeno è virale sui social, La Zanzara non fa altro che prenderlo e portarlo a un pubblico più ampio. Sì, lo fa come nessun altro, perché sono un unicum, in grado di creare quell’alternanza apparentemente in contrasto tra il "moralizzatore” (Parenzo) e il “libertino” (Cruciani). Ma il vero motivo del successo del programma è che dà voce a ciò che già esiste, anche quando sarebbe più comodo far finta di nulla. Attenzione, infatti, non si tratta di un “banale” megafono, è un vero e proprio laboratorio di tendenze: loro capiscono, anticipandoli, i trend. Sanno dove guardare prima degli altri e riescono a raccontare uno spaccato di realtà che (proprio per quel principio giornalistico oramai dimenticato che è quello dell’informazione) non sarebbe altrimenti noto al grande pubblico.

Portare all’attenzione non vuol dire battezzare questa o quella tesi, bensì fare in modo che da casa ci sia modo di formarsi un proprio pensiero. Un pensiero scevro da giudizi moralistici (perché la morale è tutt’altra cosa) e (finti) perbenisti che oggi tirano più di Zara l’ultimo giorno dei saldi. E il linguaggio dove lo mettiamo? Parlano in modo popolare, alla portata di chiunque, con termini semplici che fanno da perno all’interno di un discorso che risulti comprensibile alla massa. Quella massa alla quale viene data una accezione negativa, ma altro non è che un agglomerato di soggetti, alcuni dei quali aventi diritto di voto, che hanno il sacrosanto diritto di essere a conoscenza di ogni fenomeno che nasce nella nostra società. "Cultura", anche questa, che sì, spesso è subcultura, ma è comunque interessante perché determina mode, tendenze, scelte sociali e di mercato. Il punto è anche un altro (e voglio sapere in quanti ne sarebbero in grado): se spostate da quel format Parenzo e Cruciani, entrambi sanno trattare benissimo altre tematiche ben più "alte". Il primo conduce un programma su La7, L’Aria che tira, il secondo è diventato l’opinion leader della destra. “Abbassarsi” a argomenti e personaggi come quelli di cui stiamo parlando è molto più difficile che fare i professori e snobbare il cosiddetto “trash”. Fare il contrario di quello che fanno vuol dire alienarsi, non comprendere come gira il fumo, e che oggi c’è molta più gente, purtroppo, che parla di Michelle Comi piuttosto che della Riforma della giustizia. Ci stupiamo? No, ma loro ce lo sbattono in faccia.
