È guerra aperta tra Marco Travaglio e Marco Mazzoli sulla colpevolezza o meno di Chico Forti. Travaglio nella puntata di Accordi e Disaccordi, in onda sul Nove, ha attaccato pesantemente, oltre a Le Iene, il “fan club di Chico Forti dello Zoo di 105”, come lo chiama lui, il cui fondatore è Marco Mazzoli. La risposta di Mazzoli non si è fatta attendere e ha replicato a tono, dando a Travaglio addirittura dell’inetto. Ha ripreso l'articolo di MOW commentando: “Questo non è giornalismo caro Travaglio. La cosa ridicola è che danno tutti aria alla bocca senza aver letto i documenti processuali (cosa che io e Le Iene abbiamo fatto)!”. Prosegue dicendo che “dare giudizi su un caso di ‘omicidio’ senza aver letto i documenti processuali ti mette sullo stesso piano di un medico che opera senza avere una laurea. Questo non è giornalismo, è propaganda politica, è accanimento gratuito. A differenza delle troiate dette da molti, Le Iene e Gaston Zama si sono presi la briga di leggere tutti i documenti del caso, prima di esprimere un parere e ricostruire il caso. Io da questa storia non ho nulla da guadagnare, mi batto per Chico dal 2011, quando nessuno conosceva la sua storia e quando molti lo ignoravano. Oggi si professano tutti “criminologi”, probabilmente dopo ave comprato ‘4 salti in CSI” al supermercato. Sputando sentenze, insultando senza conoscere e cercando disperatamente di accaparrarsi qualche voto, like o follower. Triste, davvero triste”.
Poi condivide la risposta che ha mandato a Marco Travaglio, che definisce “inetto”: “Per poter esprimere un parere su un caso di questa portata devi aver letto i documenti processuali cosa che io ho fatto. Tu, Travaglio e la Lucarelli, no! Quindi parlate senza conoscere i fatti. Sono io il complottista? O lo siete voi? Si sono espressi esperti, professori e criminologi (esperti) dal 1998 a oggi. Si sono presi la briga di leggere i documenti del processo e poi hanno espresso il loro parere. Parlo di professionisti, non di un giornalaio che campa sparando cattiverie in Tv. Tutti esperti siete? Tuttologi da quattro soldi che finora non sapevano nemmeno chi fosse Chico. Io ho dedicato 14 anni della mia vita a questa storia, ho passato anni al telefono con lui, passando i natali in carcere a parlarci e arrivi tu a darmi i titoli? Ma vergognati!”
Nelle storie Instagram successive dice che “la macchina del fango continua, mi fa tenerezza vedere questi lobotomizzati che continuano a credere alle troiate che dicono alcune testate giornalistiche. Vi racconterò tutta la vicenda di Chico, adesso mi ci metto, visto che io i documenti processuali li ho letti. Purtroppo, molte persone che stanno parlando danno aria alla bocca e non sanno un cazzo. Lo farò partendo da una storia specifica, che tutti hanno omesso, che corrisponde all'inizio di tutto: perché Chico viene incastrato? E riguarda la morte di Gianni Versace: questa cosa l'hanno omessa tutti, non ne parla nessuno, ma è fondamentale. A breve farò un grande riepilogo, anche se non dovrebbe servire, perché basterebbe che la gente fosse un po’ più curiosa e andasse a vedere i documentari che sono stati realizzati, sia in Italia che negli Stati Uniti. Molto prima di Le Iene, perché io e Gaston Zama ci conosciamo da tantissimi anni, gli dissi che si sarebbe dovuto occupare del caso di Chico Forti. Lui non sapeva chi fosse, ma si documentò molto bene, si fece dare tutti i documenti processuali dalla famiglia, e questa è la cosa fondamentale, e poi andò a indagare. Lui ha addirittura intervistato uno dei giurati, una ragazza che scoppia a piangere a un certo punto dicendo ‘mi hanno obbligata a dire queste cose’. Noi dello Zoo di 105 avevamo fatto anche uno speciale molti anni prima di due ore ricostruendo tutto il caso. Ci tengo a specificare che io non credo nella politica, questo per dire che a me non frega un cazzo di chi abbia portato a casa Chico, per me l'importante è che lui sia tornato in Italia. Poteva essere la Schlein, come Renzi o Pippo Baudo, quello che conta è che sia tornato”.