A partire dal 2035, come sappiamo, chi andrà ad acquistare una nuova vettura nei Paesi dell'Unione Europea sarà obbligato a scegliere una elettrica. Questo perché adottare una mobilità ad emissioni zero per i cittadini residenti in Europa è necessario al fine di raggiungere il livello di obiettivo per il taglio delle emissioni previsto dall’UE. Ma in uno scenario di forte crisi economica e sociale, anche aggravato dalla pandemia, in quanti si potranno permettere un veicolo elettrico che, in Europa, costa mediamente il 30% in più rispetto ad una equivalente auto a benzina? Anche al netto degli incentivi che sono stati attuati negli Stati membri. Ecco perché si vagliano più soluzioni, al fine di avvicinare anche le famiglie a basso reddito.
Tra queste si fa largo il cosiddetto “leasing sociale” promosso dal presidente francese Emmanuel Macron durante la campagna elettorale. In poche parole la possibilità di noleggiare una vettura elettrica con un canone mensile di 100 euro al mese, tutto compreso. Non sono ancora noti i dettagli dell'iniziativa, ma è certo che sarà messa a disposizione una flotta di 100 mila auto, e i contratti di leasing dureranno circa 7-8 anni, con opzione di acquisto al termine del periodo. Coinvolta anche Banca Crédit Agricole che finanzierà l'operazione, mentre per il budget pubblico si prevede l'investimento di oltre 30 milioni di euro.
Non ancora diffusi i modelli inclusi, eppure, in base al prezzo, la Dacia Spring del Gruppo Renault, seppure made in China, sembra la favorita, in quanto l'auto elettrica più economica in circolazione. Ad ogni modo i preordini dovrebbero partire dalla seconda metà del 2023 e la consegna ad inizio 2024.
Intanto anche Citroen prevede una sorta di “leasing sociale”, ma l'idea è di prolungare il contratto anche fino a 15 anni o 250 mila Km, assicurando, con speciali programmi di manutenzione, un’auto in perfette condizioni fino a fine vita. Stesse misure dal gruppo Renault, già da inizio 2022, e in lavorazione per un programma simile anche in Italia nel primo semestre del 2023. In sostanza, grazie alle officine solidali Dacia e Renault, che sono già 320, si offre anche alle persone meno abbienti la possibilità di avere un'auto a norma nel proprio garage. Quindi sulla carta un piano vincente, e magari da prendere da esempio anche in altri Paesi in cui la mobilità elettrica stenta a decollare.