13 agosto 2007, Garlasco, provincia di Pavia. Chiara Poggi, 26 anni, viene trovata senza vita nella sua casa. L'allora fidanzato, Alberto Stasi, viene riconosciuto colpevole e condannato in via definitiva a 16 anni di carcere. Un caso giudiziario che sembrava chiuso, ma che oggi torna sotto i riflettori con la riapertura delle indagini e l’emergere di un nuovo nome: Andrea Sempio. I genitori di Chiara, intervistati dal Corriere della Sera, non hanno dubbi: “Così si fa passare per vittima l’unico colpevole, non è giusto”. E ancora: “La verità sull’omicidio è già scritta”. Nel frattempo, ai microfoni di Quarto Grado, Sempio – all’epoca amico del fratello della vittima – si dice tranquillo: “È una prova che è già stata fatta in passato. Che trovino qualche mia traccia in casa o sotto le unghie, ok, potrebbe essere. Io frequentavo la casa, frequentavo il posto…”. E poi c’è Stasi, che dopo quasi dieci anni dietro le sbarre commenta quello che sta succedendo. Lo fa a Le Iene, Stasi descrive ciò che prova come uno “tsunami di emozioni” e aggiunge: “Quello che ho in cuore è che salti fuori la verità, che venga alla luce tutto quello che deve emergere che non è ancora emerso”.

Nel servizio esclusivo, in una breve clip condivisa da Mediaset in anteprima, Stasi parla di un suo possibile ritorno alla libertà. “Tra pochi mesi potrei anche essere definitivamente a casa. Non sono questi pochi mesi che per me fanno la differenza. Ho motivazioni più profonde”. Emerge nell'intervistato “un senso di fiducia e speranza che tutto possa essere chiarito e accertato”. Quanto a Sempio, Stasi si mostra deciso: “Non ci conosciamo, non l’ho mai visto se non adesso ovviamente e nel 2017. Era un amico del fratello e quindi, anche da un punto di vista di età, totalmente estraneo alla mia cerchia di amicizie e di conoscenze. Mai visto, mai sentito”. Durante l'intervista, Stasi afferma: “Sono sempre garantista. Sono comunque convinto che non si debba mai avere paura della verità e che quindi non ci sia motivo di sottrarsi a nessun tipo di accertamento della verità”. Ma come ha affrontato Alberto Stasi questi anni in carcere considerando che, come fa notare il giornalista, si proclama innocente? L'uomo risponde parlando di un’ancora interiore: “Ci sono strumenti dentro di noi. Faccio spesso un esempio, un po' come quando ti viene diagnosticato un cancro, ti capita, devi reagire. Come ho detto altre volte, io quantomeno ho la leggerezza della coscienza che mi aiuta, è difficile da capire ma il senso di non avere il peso di quello che è successo che ti logora dentro e che quindi in qualche modo ti fa vivere la questione come un incidente molto brutto della vita, ma che riesci ad affrontare”. Verso la parte conclusiva della clip condivisa da Le Iene, viene posta questa domanda a Stasi: “Quindi diventa una risorsa invece di un peso la tua innocenza?” L'uomo risponde con fermezza: “Certo è una risorsa, uno strumento interiore che hai per far fronte alle difficoltà quotidiana”.

