I dati grezzi dell’esame compiuto nel 2014 dal perito saranno la chiave per risolvere i dubbi sul dna ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi? Questa è la speranza della genetista Denise Albani, incaricata insieme al dattiloscopista Domenico Marchigiani dal Gip Daniela Garlaschelli di svolgere l'incidente probatorio richiesto dalla Procura di Pavia nell'indagine sull'omicidio avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. Una nuova analisi dei dati grezzi sarà effettuata qualora non sia possibile utilizzare residui del materiale già prelevato nel 2007. Albani quindi non rivaluterà i grafici prodotti dalla perizia del 2014, ma si concentrerà sulle informazioni che escono direttamente dalla macchina che analizza il dna. La differenza in questo tipo di analisi l’ha spiegata il genetista Ugo Ricci, consulente della difesa di Alberto Stasi: “Nell'attività da me rivalutata nel 2023 – ha detto l’esperto – ho usato i dati presenti nella perizia De Stefano, non risultando che ci fosse più materiale. Quando si fa una valutazione di questo tipo, si esaminano i tracciati elettroforetici che sono nella perizia, questo è quello che abbiamo fatto”. La genetista Albani, invece, chiederà di utilizzare i dati “che escono dalla macchina, il sequenziatore del Dna, è uno strumento che è una elettroforesi capillare i cui dati sono i famosi dati grezzi, che vengono poi inseriti in un software che genera i tracciati. Il perito vorrebbe usare i dati grezzi, sua intenzione legittima chiederli al professor De Stefano”. Come scrive Il Giorno, poi, Ricci ha ricordato che la perita “Chiederà anche al Ris se ancora esistono degli estratti del Dna dal 2007, se sono conservate ancora delle provette con estratti avanzati all'epoca”. La metodologia è stata esposta alla presenza dei consulenti e degli avvocati delle parti venerdì scorso.

La ricerca di “dati grezzi” costituisce una novità che potrebbe chiarire definitivamente le diverse interpretazioni emerse finora dalle precedenti analisi. È noto che durante il processo d'Appello-bis a carico di Stasi, il perito Francesco De Stefano concluse che quei dati non erano utilizzabili ai fini dell’identificazione del presunto assassino. Oggi le cosw stanno diversamente: la difesa di Stasi e la Procura hanno individuato una compatibilità di quei dati con Andrea Sempio. Ancora Ugo Ricci: “Giustamente il perito cerca di acquisire dei dati originali, è quello che deve fare, poi ci dirà cosa ha trovato. Preciso anche che quando ci troviamo c'è un clima molto sereno, siamo tutti professionisti, ognuno fa il suo lavoro, anche se per parti diverse”.
