Ivan Sushko, leader russo a capo di una città nella regione occupata di Zaporizhzhia in Ucraina, è stato ucciso da un'autobomba. L’episodio è avvenuto pochi giorni dopo che Darya Dugina, figlia di Alexander Dugin un importante ultranazionalista russo, è morta in circostanze simili. Sushko, padre di 40 anni, ha perso la vita dopo che un'autobomba è esplosa sotto il suo sedile, in base a quanto riportato da Vladimir Rogov, rappresentante dell'amministrazione locale per procura russa. Rogov ha annunciato su Telegram che Sushko è stato portato d'urgenza in ospedale in condizioni critiche, morendo poco dopo. Si pensa che al momento dell’esplosione stesse portando sua figlia in un asilo nido. Le condizioni della bambina non sono note, tuttavia non dovrebbe aver subito lesioni potenzialmente letali. Sushko nel maggio scorso è stato nominato capo dell’amministrazione militare-civile di Mykhailivka, regione dove si trova la più grande centrale nucleare d'Europa sotto assedio. Rogov ha dichiarato che l’esplosione è stata messa in atto da sabotatori che ha promesso di rintracciare, sostenendo che l'Ucraina sta attaccando funzionari sostenuti dalla Russia che aiutano a migliorare la vita della gente comune.
Al momento i funzionari ucraini non hanno ancora commentato l’accaduto, ma il presidente Volodymyr Zelensky ha negato con forza che i suoi agenti siano collegati con l'assassinio di Darya Dugina. Ha rifiutato inoltre qualsiasi connessione con Natalia Shaban-Vovk, una madre di 43 anni che la Russia afferma abbia agito per i servizi segreti SBU di Kiev, arrivando al punto di ipotizzare che non sia nemmeno una cittadina ucraina: "Questa non è sicuramente una nostra responsabilità. Non è una cittadina del nostro paese. Non ci interessa. Non si trova sul territorio dell'Ucraina o sul territorio occupato dell'Ucraina”. La Russia sta diffondendo il messaggio che Dugina, figlia di un uomo descritto come il cervello dietro l'invasione dell'Ucraina da parte di Putin, sia morta da martire, uccisa da un'autobomba a Mosca. I servizi segreti dell'FSB hanno immediatamente incolpato l'Ucraina, indicando Shaban-Vovk come la presunta assassina. I nemici di Putin additano come implausibile il racconto del Cremlino, secondo cui Shaban-Vovk avrebbe attraversato il confine dall'Ucraina alla Russia a bordo di una Mini Cooper insieme alla figlia di 12 anni, compiuto l'omicidio per poi fuggire in Estonia dove è stata catturata.