Si continua a lottare per l’eredità di Marella Caracciolo Agnelli. Il notaio svizzero Urs von Grünigen, depositario delle ultime disposizioni testamentarie della vedova dell’Avvocato sta attualmente provvedendo ad integrare l'inventario elvetico del patrimonio ereditario della donna. Tale documento, inizialmente stilato il 31 agosto 2020, necessita ora di sostanziali modifiche alla luce delle recenti scoperte effettuate dalla Procura di Torino e dalla Guardia di Finanza. Le indagini hanno portato all'emissione di un provvedimento di sequestro preventivo per un ammontare complessivo di 74,8 milioni di euro, riguardanti presunti illeciti fiscali e mancato versamento dell'imposta di successione nel territorio italiano. I destinatari del sequestro risultano essere non solo il notaio von Grünigen, ma soprattutto i tre discendenti di Marella: John, Lapo e Ginevra Elkann, insieme al loro consulente fiscale di riferimento, Gianluca Ferrero. Tutti risultano iscritti nel registro degli indagati con le ipotesi di reato di evasione fiscale e frode ai danni dell'Erario. L'inchiesta giudiziaria trae origine da una denuncia presentata da Margherita Agnelli, nella quale si sostiene che i suoi figli avrebbero costruito artificiosamente una residenza fittizia in territorio elvetico per la madre dell'Avvocato. Lo scopo di tale operazione sarebbe stato duplice: escludere Margherita dalla successione ereditaria ed eludere gli obblighi tributari italiani. Secondo le contestazioni, l'evasione ammonterebbe a circa 42,5 milioni di euro, relativi sia a una rendita periodica che la nonna degli Elkann percepiva dalla figlia (quantificata in 29 milioni tra il 2015 e il 2019), sia a proventi finanziari per 116,7 milioni derivanti da attività allocate presso due trust con sede alle Bahamas.

A completare il quadro accusatorio si aggiungerebbero ulteriori 32 milioni di imposta successoria non corrisposta, riconducibili alle partecipazioni in un fondo d'investimento lussemburghese e alla presunta “ripartizione post mortem” tra i tre fratelli di beni di lusso e opere d'arte dal valore considerevole (stimato in oltre 170 milioni di euro). Questi cespiti sarebbero stati formalmente qualificati come donazioni effettuate dalla nonna quando era in vita, a partire da preziosi orecchini apparentemente regalati a Ginevra, valutati non meno di 78 milioni. La revisione dell'inventario svizzero da parte del notaio potrebbe rappresentare un segnale significativo: secondo indiscrezioni provenienti da Lauenen (l'ultima e contestata dimora elvetica di Marella), gli indagati starebbero considerando l'avvio di un confronto con l'Agenzia delle Entrate italiana per definire un accordo sul pagamento delle somme contestate, pari a 74,8 milioni. Tale intesa, qualora si concretizzasse, potrebbe richiedere un conseguente aggiornamento dell'inventario anche in Svizzera. Le circostanze suggeriscono inoltre che, nell'eventualità di un'intesa con il fisco italiano, potrebbe profilarsi uno sviluppo ancor più clamoroso per le indagini torinesi: l'avvio di una trattativa tra indagati e Procura finalizzata alla definizione alternativa del procedimento. Il codice di procedura penale prevede infatti diversi “riti alternativi al dibattimento”, quali la "messa alla prova" (che comporta l'estinzione del reato) e l’“applicazione della pena su richiesta delle parti” (il cosiddetto patteggiamento, applicabile anche durante la fase delle indagini preliminari). Tale strategia difensiva potrebbe essere motivata dal potenziale riconoscimento che gli accertamenti penali circa l'effettiva residenza di Marella risultino ormai decisamente sfavorevoli. La stampa, poi, sicuramente otterrebbe i documenti sequestrati alla famiglia. E gli Elkann vorrebbero evitare un processo mediatico. L'ipotesi di un “patteggiamento”, circolata su alcuni organi di stampa dallo scorso febbraio, continua ad essere categoricamente smentita da tutte le parti coinvolte. Gli indicatori più significativi, per confermare o smentire questa ipotesi, potrebbero comunque provenire dall'Agenzia delle Entrate. Per accedere a eventuali riti alternativi in caso di violazioni tributarie è preliminarmente necessario aver regolarizzato la posizione fiscale con l'Erario. Il contenzioso familiare tra i fratelli Elkann e la madre riguardo alla successione ereditaria resterebbe invece affidato all'esito della causa pendente da tre anni dinanzi alla sezione civile del Tribunale di Torino.
