Continuano le indagini sulla morte di Ramy Elgaml, il diciannovenne egiziano morto alle 4:04 del mattino di domenica notte in seguito a una caduta in scooter avvenuta tra via Ripamonti e via Quaranta. Ramy era seduto nel sedile del passeggero, mentre alla guida c’era un ventiduenne tunisino. Stando alle ricostruzioni, i due non si erano fermati al blocco dei carabinieri in via Farini, che poi li inseguono con una pattuglia. Lo scooter urta il marciapiede e Elgaml muore sbattendo la testa sulla strada. Il ragazzo sopravvissuto aveva addosso una collanina d’oro spezzata, 2mila euro e uno spray al peperoncino, ed è poi stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Dai video si vede la Giulietta della polizia molto vicina alla vettura dei due ragazzi, per poi finire contro un semaforo. Le forze dell’ordine hanno negato che l’Alfa e lo scooter si siano toccati, ma i manifestanti scesi in piazza chiedono di vedere i video: “Vogliamo giustizia. Vogliamo vedere i filmati delle telecamere”. L’ipotesi è che invece sia stato un contatto a provocare la caduta.
Le proteste di domenica
Già dal tardo pomeriggio di domenica diverse persone si erano radunate nel luogo dell’incidente, chiedendo giustizia per Ramy. La manifestazione è proseguita anche nella notte, quando sono stati incendiati dei cestini dell’immondizia tra via dei Panigarola e via dei Cinquecento. Alle fiamme si sono aggiunti anche fumogeni e fuochi d’artificio. Un’auto in fila dietro a un bus ha provato a superare il blocco, investendo quattro dei ragazzi in strada. Altri manifestanti hanno poi circondato la macchina, colpendola con calci e pugni. Il conducente ha perso il controllo della Mercedes e si è schiantato con altre macchine parcheggiate, per poi allontanarsi a piedi. L’uomo di trent’anni è stato arrestato per lesioni e omissione di soccorso.
La situazione al Corvetto
Lunedì pomeriggio diversi giovani si sono ritrovati per le vie di Milano, ribadendo la richiesta di verità per Ramy e di poter visionare i video della polizia, mentre il livello dello scontro si alza: vengono spruzzati estintori, esplosi petardi e lanciate bottiglie verso le forse dell’ordine. Nella notte di lunedì, poi, viene appiccato di nuovo un incendio in via Barabino. Anche in via Omero, però, ci sono stati disordini: un bus della 93 è stato preso d’assalto (i passeggeri sono fuggiti), dei monopattini sono stati dati alle fiamme e vari incendi sono scoppiati nel quartiere. La polizia è intervenuta con alcune cariche di alleggerimento e ha arrestato un ventunenne di origini montenegrine, portandolo poi a San Vittore.
“Il rogo? Erano delle condoglianze”, hanno detto alcuni dei giovani coinvolti. “Non ne possiamo più, siamo stanchi”, dicono i cittadini del quartiere ancor al Corriere della sera. Nel frattempo, un giovane di diciannove anni ha perso la vita. E la verità deve essere ancora trovata.