Complice il clima, ma soprattutto il portafoglio, gli italiani si stanno riscoprendo montanari? Lo stereotipo che ci accompagna all'estero, sole mare pizza mandolino e mafia dovrà essere riadattato in sole montagna fonduta e jodl? Gli americani ci vedranno come delle specie di canadesi ma senza sciroppo d'acero e hockey? Utopia o distopia, gli americani c'entrano con il crollo del turismo estivo, e in qualche modo anche Donald Trump. Lo conferma Bernabò Bocca, presidente Federalberghi, in un'intervista al Corriere, anche se per lui parlare di crisi è un'esagerazione. “Credo che la parola giusta sia “sottotono”, soprattutto rispetto all’anno scorso. Sta andando sicuramente meglio la montagna, anche perché con questo caldo la gente cerca refrigerio, ma per quanto riguarda i grandi numeri è il turismo balneare a farla da padrone in questa stagione. E qui le cose vanno meno bene”.

Non che il caldo sia una delle prerogative di questa estate poco africana rispetto agli anni precedenti, ma la controtendenza montanara sul balneare è oggettiva: “Al 90 percento i dati sono negativi rispetto al 2024”. Sarà anche che una vacanza in montagna permette di evitare una delle maggiori spese affrontate dal popolo dei vacanzieri: il prezzo esorbitante richiesto dai lidi, unito a regole spesso stringenti e contestate dalle associazioni dei consumatori come il divieto di portare cibo da casa. Tanto che la gente preferisce andare a scarpinare in montagna. Le cause? Agli italiani mancano i soldi da spendere e i prezzi sono aumentati in maniera obbrobriosa, così che i turisti preferiscono gli appartamenti all'hotel, e la spesa al supermercato al ristorante. Poi c'è il nodo stranieri: “È venuta meno la presenza degli americani che nel 2024 avevano invaso il nostro Paese. Assistiamo anche a un meno 20 percento”. Effetto Trump? Il dollaro si è deprezzato, e la rissosa situazione geopolitica non aiuta: “Il cliente nordamericano in genere prenota la vacanza in Europa, non solo in Italia, almeno con due mesi di anticipo. Considerando la situazione geopolitica, adesso ci pensa due volte prima di farlo”.

Le prenotazioni dagli Stati Uniti verso l'Europa segnano un 7,7 per cento in meno rispetto all'anno precedente, anche se Delta Airlines, United Airlines e American Airlines, principali vettori transatlantici, affermano risultati in crescita. E i nuovi turisti, arabi e asiatici, non compensano quello che era, fino all’anno scorso, il mercato americano. Ancora Bocca: “Non vanno considerate solo le presenze, ma anche la capacità di spesa. Una cosa è il turista individuale che si muove in Italia e da cui traggono beneficio tutte le attività economiche, alberghi, negozi e trasporti. Un’altra sono i gruppi che comprano un pacchetto con tutto compreso già definito prima di partire”. La soluzione, secondo il presidente di Federalberghi, è politica: “Se non si interviene sul cuneo fiscale, se non si lasciano più soldi in tasca, c’è poco da fare. Quanto al turismo internazionale, ritengo che l’Italia continui a mantenere un forte appeal all’estero. Dipende dalle annate, il 2024 è stato sicuramente molto più favorevole”. Ma non solo, bisognerebbe allungare le stagioni organizzando eventi, e migliorare la gestione dei trasporti.

