Ieri è andata in onda la serie sulla Fallaci. Tutti bravi a elogiarla ma la verità è che ora i giornalisti sono azzerbinati, appecorinati. Esagero? Guardate qua: questa è la lettera di una giornalista, Maria Elena Barnabi, che conosco da una vita e che ha fatto una domanda a Carlo Conti su Fedez e le indagini in cui è coinvolto. In questa lettera fa notare che: “A Sanremo si sono fatte poche domande, e le risposte date sono state parziali, pure un po’ scocciate e soprattutto seguite da reprimenda generale”. E poi che: “C'è questa diffusa idea, anche tra alcuni colleghi, che noi giornalisti di spettacoli non possiamo fare domande serie e che dobbiamo solo occuparci di dire quanto è bello un disco, quanto è spaziale la tal collaborazione, o meravigliarci se questo o quell’altro artista fa San Siro (tanto ormai lo fan tutti, lo riempiono regalando biglietti a destra e manca)”. Sta roba dei biglietti noi di MOW siamo sempre stati tra i pochi a raccontarla e denunciarla. Ma il fatto è che sì: il problema del giornalismo sono i giornalisti. Soprattutto nella musica: che ormai pur di avere i biglietti gratis dei concerti sono disposti a vendersi la propria libertà, per così poco; che quando hanno lo sconticino sul brand o il regalo dell'ufficio stampa lo esibiscono come un segno di potere e non si rendono conto che invece è una limitazione. Oramai i giornalisti si devono muovere tra gli: ah no, questa non lo posso dire; questo non lo posso fare. Altrimenti non vieni più invitato alle prime, agli ascolti, agli spettacoli. E nessuno si fa più intervistare da te. Perché vige sempre la vecchia cara regola dell'amichettismo: i personaggi si fanno intervistare solo se sei un giornalista gradito, non da chi fa le domande.

Il giornalismo è diventato intrattenimento. I podcast spacciano per interviste delle semplici chiacchierate senza domande. Torniamo a fare i giornalisti. Per questo tra poco partirà un podcast che faremo con MOW e che si chiamerà Make Journalism Great Again per parlare di giornalismo con giornalisti. Tiriamo su la testa, scriviamo le cose come stanno, facciamo le domande scomode come faceva la Fallaci, non facciamoci prendere dalla paura di chi minaccia querele; noi su MOW ne riceviamo ogni giorno e siamo piccoli, non abbiamo chissà quale potere alle spalle, però andiamo avanti nonostante difficoltà, uffici stampa che ci bannano e rispondiamo colpo su colpo. Viva il giornalismo. Perché ha ragione Maria Elena Barnaba: ormai le domande sulla vita vera non si fanno più. Svegliatevi perché delle volte in questa battaglia mi sembra di essere da solo.
