Le Olimpiadi mettono in stand-by quasi tutto, però non avvertono. Così il resto del mondo continua ad andare avanti come sempre, spesso dando il suo peggio. Mentre i trend, un tempo avremmo detto la gente, non si staccano un attimo, e non lo faranno fino al 14 agosto, da Parigi 2024, cosa succede nel resto del mondo? Tanto, e faremo meglio a parlarne. Il filosofo Bernard Henri-Levy lo ha detto, a modo suo, qualche giorno fa: “Lo so, Parigi, ormai, è una festa mobile! È fantastico! Ma cosa posso dire? Sono appena tornato dall’Ucraina. E lì ho lasciato il mio cuore e la mia anima. Questa guerra è mia. È nostra. Più che mai”. La guerra in Ucraina, in effetti, sta continuando e lo ricorda anche Olha Kharlan, che per la prima volta vince una medaglia d’oro alle Olimpiadi e, in lacrime, dice: “Questo è un messaggio a tutto il mondo che l’Ucraina non si arrenderà mai”. Gli Stati Uniti d’America hanno promesso 1,7 miliardi di dollari all’Ucraina in sistemi di difesa, pur non specificando quali, mentre Zelensky sostiene di aver iniziato a rafforzare proprio i sistemi di difesa a Kharkiv, una delle città simbolo della resistenza ucraina durante questa guerra. Guerra a cui non si sarebbe mai assistito, ha detto Donald Trump, se al potere in America ci fossero stati i Repubblicani. Così come la guerra tra Israele e Gaza, che rischia di allargarsi – anche se attualmente sembra improbabile – al Libano per colpa di Hezbollah, il Partito islamico fondamentalista che ha bombardato un campetto da calcio israeliano a Majdal Shams, uccidendo dodici bambini (il peggior attacco a Israele dal 7 ottobre).
Due guerre che ci saremmo risparmiati, dice Trump, se solo lui fosse stato al comando. E proprio sulla pacificazione internazionale punta il leader repubblicano, che nel frattempo, pur di prendere qualche voto dai cristiani, promette la fine della democrazia elettiva: “Andate a votare! Solo questa volta, poi non dovrete più farlo”. Spesso l’allarme fascista è una caricatura e si rivela falso, ma è comunque da notare che si tratta della prima volta nella storia americana che un candidato presidente si riferisce così chiaramente alla possibilità di impedire future elezioni. Un radicalismo, quello di Trump, a cui si accompagna quello del suo vice, lo scrittore e senatore J. D. Vance, ex antitrumpiano duro e puro (alcune e-mail dei tempi dell’università con un collega di Yale, pubblicate dal New York Times, mostrano la sua ormai scomparsa apertura mentale, addirittura su temi tabù per molti repubblicani, come la transizione di genere). Vance ha anche definito Kamala Harris “gattara infelice” perché senza figli, insultando circa la metà delle donne americane in età fertile.
Nel frattempo, poco più a sud, il dittatore Nicòlas Maduro, primogenito politico di Hugo Chavez, ha vinto nuovamente le elezioni contro ogni sondaggio – che lo davano perdente contro Gonzalez – provocando proteste in tutto il Paese. Non interessa a nessuno, ma dovrebbe. Prima della vittoria aveva minacciato un bagno di sangue, è il Paese dell’America latina più povero in assoluto, mentre quarant’anni fa era due volte più ricco del Cile (oggi lo Stato più ricco grazie a delle politiche liberali). Il primo a essersi dichiaratamente espresso contro la rielezione di Maduro è stato il presidente argentino Javier Milei, da noi considerato una specie di Trump ma più pazzo. Invece è stato l’unico a non aver perso tempo nel denunciare le frodi elettorali. Nel frattempo la Meloni va in Cina, nella speranza di poter porre rimedio al saldo commerciale negativo con la dittatura cinese, dovuto al fatto che l’Italia tende a importare più prodotti cinesi di quanti non ne esporti di italiani in Cina.
Mentre le questioni di genere sono anche al centro delle Olimpiadi, il vero segnale arriva dal Regno Unito ma nessuno ne parla. Sembrava una cosa da bigotti conservatori, ma è stata la Corte Suprema ad aver giudicato perfettamente legale la scelta dell’ultimo governo inglese di vietare i bloccanti per la pubertà, dei farmaci utilizzati nelle terapie di conversione dei bambini. La scelta segue le conclusioni del Cass Report, ma anche la fuga di notizie denominata Wpath Files, di cui vi abbiamo parlato, primi in Italia, qualche mese fa. E si tratta di una decisione che darà la direzione ad altre in futuro, in America e in Europa. Il mondo gira e il raggio va oltre il perimetro della Tour Eiffel.