John Elkann lascia la presidenza di Gedi, segnando un distacco significativo dall'editoria italiana. La decisione arriva dopo mesi di tensioni, accentuate dallo sciopero dei giornalisti de La Repubblica, critici verso il direttore Maurizio Molinari e le ingerenze commerciali. "L'uscita di Elkann è inattesa", scrive Stefano Cingolani su Il Foglio, sottolineando come la crisi tra Gedi e il governo Meloni abbia creato ricadute pesanti, non solo per La Repubblica, ma anche per il gruppo Stellantis, di cui Elkann è il principale azionista.
Secondo Cingolani, la fusione di Fca con Psa ha portato a una serie di complicazioni, soprattutto in Italia, dove Stellantis sta vivendo una crisi industriale, con un calo delle vendite del 30%. "C'è un conflitto d'interessi tra l'Elkann dell'auto e l'Elkann dell'editoria", sostiene Cingolani. Le difficoltà economiche e le tensioni politiche tra La Repubblica e il governo Meloni avrebbero accentuato la distanza tra Elkann e il mondo editoriale.
Giorgia Meloni, divenuta "la bestia nera" del quotidiano, ha acuito lo scontro, trasformando la testata in un "nemico numero uno" per il suo governo. Questo ha provocato attriti anche sul fronte economico, con Stellantis che fatica a ottenere gli incentivi desiderati per la riconversione delle sue fabbriche verso l’auto elettrica, uno dei temi principali su cui si è concentrata l'attenzione del governo.
Elkann ha preferito quindi lasciare la gestione a Maurizio Scanavino, il suo uomo di fiducia, per continuare a concentrarsi su altre aree, come il lusso, la tecnologia e, più recentemente, la sanità. Exor, la holding della famiglia Agnelli, ha infatti investito 3,3 miliardi di euro nella Philips, facendo dell'azienda olandese un pilastro per il futuro della società.
Sebbene Elkann abbia più volte dichiarato che l'editoria fosse una delle gambe fondamentali della strategia di Exor, ora sembra che questo interesse si stia affievolendo. Cingolani osserva che l'uscita da La Repubblica potrebbe essere solo il preludio a una futura vendita del gruppo Gedi, una mossa che i giornalisti temono da tempo.