La scomparsa di Kata Alvarez, avvenuta lo scorso 10 giugno nell'ex Hotel Astor a Firenze, rimane avvolta nel mistero nonostante le approfondite indagini e ricerche di matrice scientifica nel luogo in cui viveva. Oltre alle varie piste seguite dagli inquirenti, più o meno connesse al racket degli affitti, emerge ora un'ipotesi terribile: Kata, che aveva solo cinque anni, potrebbe essere stata vittima innocente di una vendetta connessa a presunti abusi commessi in danno di un’altra minore che abitava nell'edificio. Abusi che, secondo quanto trapela, potrebbero essere stati commessi proprio da una persona vicina alla bambina rapita. Sarebbero infatti emerse nuove testimonianze da parte di alcuni ex occupanti dello stabile che hanno parlato di alcune violenze precedenti alla sparizione. Tuttavia, al momento, mancherebbero riscontri investigativi concreti relativamente a questa ipotesi. Gli inquirenti, con massima riservatezza, continuano le indagini concentrandosi sui rapporti e gli scontri tra clan all'interno dell'ex Hotel Astor. Francamente non sono stupita dalla presunta nuova pista investigativa seguita dalla Procura di Firenze circa le sorti della piccola Kata. Soprattutto in relazione alla vendetta. Il perché non è difficile da comprendere. E non lo è stato sin da subito per quel che mi riguarda. Il fascicolo aperto nell’immediatezza da parte della pubblica accusa fiorentina per sequestro di persona a scopo di estorsione non mi ha mai persuaso e non ne ho certo fatto mistero. Ciò perché il sequestro di persona a scopo di estorsione richiede, secondo quanto previsto dal Codice penale, che al sequestro segua la richiesta di riscatto o un profitto come prezzo per la liberazione. Dunque, e lo sappiamo bene, da quel maledetto 10 giugno 2023, nessun tipo di rivendicazione economica è pervenuta alla famiglia. Così come, e forse soprattutto, non è emerso fino ad oggi alcun elemento che lasci presumere che la bambina sia stata catturata in attesa di richiedere denaro. Per non parlare della peggiore delle ipotesi. In sostanza, ormai, non ci sono più dubbi neppure in merito al fatto che chi ha rapito la bambina non volesse ottenere un qualche tipo di vantaggio tangibile. Magari assumendo la gestione e il controllo degli affitti all’interno dell’ex hotel Astor. Dato che, come c’era da aspettarsi, il risultato sarebbe stato l’opposto dopo la denuncia di scomparsa. E cioè lo sgombero dell’ex hotel Astor e l’interruzione immediata dell’illecito giro d’affari. Dietro c’è molto altro. La nuova pista, quindi, aggiunge solamente un tassello in più. In concreto, l’ipotesi di un rapimento finalizzato a rivendicare il presunto abuso commesso ai danni di un’altra giovane per mano di una persona vicino a Kata, non lascia ben sperare sulle sue sorti. Vendicare qualcosa significa infatti provocare un danno ad altri per pareggiare un abuso o un’ingiustizia subita.
A mio modo di vedere, considerando ciò che avveniva all’interno delle mura di quello stabile ormai fatiscente, importanti informazioni sono state taciute sin da subito proprio dai familiari di Kata. Che, così facendo, hanno dato un notevole vantaggio ai rapitori considerando che le ore immediatamente successive sono determinanti per il buon esito delle ricerche. Katherine Alvarez, la madre della piccola, è rientrata da lavoro alle 15.45 di sabato 10 giugno 2023. Proprio in quel momento si è resa conto che sua figlia era scomparsa. Ma ha chiamato il 112 solamente alle 18.45 e fatto la relativa denuncia alle 20.30. C’è di più. Difatti, i familiari – oltre ad aver impiegato troppe ore a portare a conoscenza le forze dell’ordine sul fatto che non avevano più notizie di Kata, hanno inizialmente preferito non rivelare il business e il racket degli affitti gestiti proprio da Abel Alvarez Vasquez. Fratello di Katherine, mamma di Kata, e quindi zio della piccola. Attualmente l’uomo si trova detenuto nel carcere di Sollicciano a Firenze per tutta una serie di reati come quello di estorsione, tentato omicidio e lesioni. Proprio per le attività a cui era a capo all’interno dell’edificio. L’uomo ha sempre dichiarato di non sapere cosa possa essere capitato alla nipote. Difficile crederlo. Al contrario, proprio lo zio Abel potrebbe rivelarsi determinante per capire che cosa è accaduto davvero. Anche perché è stato l’ultimo a vedere la nipote ancora viva visto che è stata rapita quando si trovava sotto la sua custodia. Un dettaglio non di poco conto. Pertanto, considerando che si è trattato di un rapimento non certo improvvisato, ma organizzato da tempo. L’improvvisazione in quel contesto non sarebbe stata possibile. Proprio perché l’ex hotel Astor nascondeva attività criminali, tutti sapevano tutto. A maggior ragione chi entrava e chi usciva. Poi, se la pista dell’abuso è davvero quella giusta, acclarato ormai che di vendetta si è trattato, Abel non può non sapere chi ha portato via sua nipote. Qualunque siano le ragioni legate alla vendetta. Non dimentichiamo che più di un legale e di un consulente ha abbandonato la difesa dei genitori. Insomma, il panorama è da sempre stato nebuloso. Troppe le dinamiche intrecciate alla scomparsa di una bambina di soli cinque anni. Una bambina, Kata Alvarez, che non ha fatto altro che pagare il prezzo degli errori di persone adulte. Quelle stesse persone che avrebbero dovuto proteggerla e tutelarla.