Una donna di 82 anni sarebbe morta dopo essere stata infettata dal virus West Nile in provincia di Latina, inoltre, pare che ci siano altri sei casi confermati di infezione da virus. Sono tutti casi nella stessa provincia. Ma perché concentrati in questa zona? Come spiega la Regione Lazio, e leggiamo su Open, sarebbe “in un territorio quale quello che caratterizza la Provincia di Latina, Culex pipiens utilizza come focolai larvali soprattutto canali di medie, piccole e piccolissime dimensioni (canali di irrigazione, canalette di scolo bordo strada)”. Numeri che fanno venire i brividi? Forse. Ma andiamo con ordine. Il virus West Nile non è esattamente una novità dell'estate 2025. Prende il nome dalla regione del West Nile in Uganda, dove fu isolato, come fa sapere l’Istituto Superiore della sanità, per la prima volta nel lontano 1937 e il meccanismo con cui queste zanzare pungono è semplice quanto inquietante.

“I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza”, fa sapere l'Istituto Superiore di Sanità. Se il virus infetta anche altri mammiferi, dunque non soltanto umani, la trasmissione non sarebbe tuttavia possibile da persona a persona. Quali sono i sintomi? Ecco una notizia positiva. Pare infatti che la maggior parte delle persone infette (circa l'80%) non ne sviluppi nessuno. Nel 20% dei casi che manifestano sintomi, si presenta come una normale influenza estiva, del tipo: febbre, mal di testa, nausea, rush cutaneo. Ma è solo nell'1% dei casi (principalmente persone anziane o immunodepresse) che questa può evolversi in forme gravi come encefalite o meningite. Tra i metodi più efficaci per tutelarsi sicuramente l'uso di repellenti cutanei e insetticidi, ma anche per stare all'aperto sarebbe preferibile avere vestiti chiari, abiti più lunghi del solito (difficile con questo caldo). Forse più semplice però evitare l’esposizione non protetta durante le ore a maggiore rischio, che pare siano proprio alba e tramonto.