L’estate dei balneari è meno impegnata del solito. Gli stabilimenti quest’anno sono poco frequentati, complici i prezzi alti e il costo della vita che, in generale, è aumentato. Parlare di turismo significa anche parlare di impatto ambientale. Di quest’ultimo ha parlato a Il Messaggero Gianmaria Sannino, climatologo e oceanografo della Divisione Enea “Modelli, Osservazioni e Scenari per il cambiamento climatico e la Qualità dell’Aria”. L’oggetto del suo lavoro è l’innalzamento del livello del mare da qui al 2100: “30cm rappresentano lo scenario migliore, mentre nell'ipotesi peggiore potremmo arrivare a un innalzamento di almeno 80cm. Città come Venezia rischierebbero episodi di acqua alta con una frequenza mai registrate prima. Eventi estremi come le mareggiate produrranno più danni perché le onde saranno sempre più alte”. Questo ovviamente avrà delle ricadute economiche, dato che il mare si prenderebbe parte delle attuali spiagge: “Il ripascimento delle spiagge diventerà sempre più oneroso, fino al punto in cui potrebbe non essere più economicamente sostenibile. Le soluzioni vanno immaginate ora, dato che l'innalzamento del mare è inevitabile e continuerà a salire indipendentemente dalle nostre azioni di mitigazione sul clima”.

Quali sono, dunque, le ragioni di questo innalzamento. Sannino spiega che i motivi sono due, e cioè “l'aggiunta di acqua dovuta allo scioglimento dei ghiacciai terrestri, che sono circa il 60% del problema e per l'espansione termica degli oceani”. Poi aggiunge: “Anche se oggi azzerassimo le emissioni di Co2, il mare continuerebbe a salire per almeno un secolo. Paradossalmente, l'unica cosa su cui possiamo agire in questo momento è la velocità di risalita, che ci sarà comunque”. Insomma, servono idee e soluzioni per affrontare il futuro. Per capire come muoversi, Sannino e gli scienziati di Enea hanno a disposizione “Cresco, uno dei computer più potenti in Italia, che con la sua potenza di calcolo ha potuto analizzare le equazioni del modello sviluppato dal Mit di Boston, che noi abbiamo adattato alla regione mediterranea, consentendoci di ottenere proiezioni climatiche estremamente dettagliate”. Riguardo alle questioni pratiche: il climatologo chiarisce che “Non esiste una soluzione unica applicabile ovunque; è necessario fare analisi specifiche e valutare la convenienza economica ed ecologica delle misure di difesa”. Una di queste è “l'arretramento: se ci sono costruzioni o insediamenti si spostano più all'interno. I porti si troveranno ad affrontare un problema significativo, ed alcuni stanno già iniziando a sopraelevare le strutture esistenti. Per le città si dovranno trovare soluzioni per difenderle, opere murarie o dighe come il Mose di Venezia. Un'altra categoria sono le soluzioni basate sulla natura, come il ripristino di ambienti costieri naturali come le dune, oppure piantando mangrovie o vegetazione capace di attenuare gli impatti delle mareggiate e dell’innalzamento del livello marino”.
