Manca soltanto l'approvazione del prospetto informativo da parte della Consob per dare il via all'offerta pubblica di scambio che Monte dei Paschi ha lanciato su Mediobanca, dopo aver già ricevuto l'autorizzazione della Bce. Il via libera dovrebbe arrivare già nella prossima settimana, intorno a metà periodo, e una volta pubblicato, il board di Mediobanca si riunirà entro cinque giorni per le proprie valutazioni, che presumibilmente ribadirà come l'operazione non generi valore. Il lancio dell'Ops potrebbe avvenire lunedì 14 luglio, con conclusione prevista ai primi di settembre. Il prospetto rappresenterà per gli azionisti di Piazzetta Cuccia e per i mercati l'opportunità di scoprire nei dettagli i progetti di Siena su Milano. L'attenzione si concentra particolarmente sulla percentuale del capitale di Mediobanca che sarà stabilita dalla dirigenza della banca senese, guidata da Luigi Lovaglio e presieduta da Nicola Maione: se punteranno immediatamente ad almeno il 50,1% delle azioni di Piazzetta Cuccia o se fisseranno l'obiettivo leggermente al di sotto. Quest'ultima possibilità starebbe prendendo forma per persuadere gli investitori dell'istituto milanese che l'operazione può essere realizzata senza ostacoli. Considerando inoltre che Delfin e il gruppo Caltagirone (che insieme detengono poco meno del 30%) potrebbero essere tra i primi ad aderire proprio per convincere mercato e azionisti. Nulla impedirebbe comunque a Mps di alzare quella soglia durante l'offerta. Resta da vedere se la differenza tra il valore dell'Ops senese e la capitalizzazione di Piazzetta Cuccia potrà diminuire. Secondo il mercato, Monte dei Paschi potrebbe eventualmente inserire una componente cash verso la fine dell'offerta. Raggiungendo il 51% di Mediobanca, Mps potrebbe sfruttare completamente i benefici fiscali (2,9 miliardi) in due anni, realizzare le sinergie e accelerare l'integrazione. Il prospetto dovrebbe contenere queste indicazioni.

Mediobanca aveva richiesto alla Consob di far specificare al Monte una soglia minima di adesione all'offerta, e nel caso restasse sotto la maggioranza quale sarebbe l'impatto sui conti. Anche per Mediobanca si apre una settimana decisiva. Venerdì il ceo Alberto Nagel ha fornito al mercato ulteriori elementi per valutare se scambiare le azioni con quelle di Mps, oppure mantenerle in portafoglio. Nagel ha aggiornato le previsioni estendendole dal 2026, quando si concluderà il piano, al 2028 per renderle comparabili a quelle annunciate dal Monte. L'argomento principale per convincere il mercato a sostenere una Mediobanca indipendente e quindi a non consegnare le azioni è stata la distribuzione di 4,9 miliardi tra dividendo e buyback entro il 2028. Cifre rese possibili da un utile che raggiungerà nel 2027 i 1,7 miliardi e potrà salire a 1,9 miliardi con la vendita della sede della controllata Monegasque de Banque. Secondo Nagel gli obiettivi sono raggiungibili, anche grazie al contributo del 13% in Generali che rimarrebbe nel portafoglio di Mediobanca in versione autonoma. Sullo sfondo, il mercato osserva anche l'esito delle indagini della Procura di Milano sull'ultima fase della privatizzazione di Mps. Luglio sarà cruciale per un altro capitolo del risiko. Mercoledì è prevista l'udienza del Tar sul ricorso di Unicredit contro il provvedimento governativo sul golden power nell'ambito dell'Ops promossa su Banco Bpm. Inoltre l'11 luglio si chiuderà l'ops di Bper sulla Popolare di Sondrio. Nei giorni scorsi Unipol, azionista di riferimento della prima e significativo nella seconda, ha deciso di aderire all'offerta con il suo 19% detenuto nell'istituto valtellinese. I sei mesi più intensi del risiko hanno nel frattempo fatto crescere le valutazioni delle banche: le migliori performance sono state quelle di Mediobanca (+41,5%), Unicredit (+49,9%) e Banco Bpm (+29,8%). Un azionista storico di Mediobanca come Beniamino Gavio starebbe considerando la possibilità di cedere sul mercato l'intero pacchetto azionario per evitare di dover scegliere tra Alberto Nagel e Luigi Lovaglio, ora che l'offerta pubblica di scambio di Montepaschi su Mediobanca è pronta per essere lanciata sul mercato a metà luglio. Negli ultimi sei mesi, Gavio e la holding familiare Aurelia hanno fatto trading sulle azioni di Piazzetta Cuccia con l'ultimo colpo venerdì: in due operazioni separate su 125mila azioni è stato venduto lo 0,03% di Mediobanca, per una somma vicina a 5 milioni di euro. A gennaio il gruppo Gavio possedeva lo 0,82% di Mediobanca all'interno del patto di consultazione; a fine giugno la partecipazione è calata allo 0,62% e con il prossimo aggiornamento potrebbe pesare ancora meno. A valutare l'uscita, secondo indiscrezioni mai confermate, sarebbero anche Mediolanum, al 3,49%, e i Doris, allo 0,96%. La decisione è stata invece già presa da Vittoria Assicurazioni, controllata dalla famiglia Acunis, che il 20 giugno ha venduto tutto il suo 0,27%. Chi vende, vende bene: negli ultimi sei mesi il valore di Mediobanca in Borsa è balzato del 41,5%. E con l'arrivo in Piazza Affari dell'offerta di Montepaschi i riposizionamenti si intensificheranno, con i gregari pronti a sostenere i loro capitani nello sprint finale. La data chiave per il lancio dell'Ops resta il 14 luglio, perché manca ancora qualcosa per attivare la Consob. Nel verbale del consiglio di amministrazione di giovedì di Rocca Salimbeni si legge che solo "la gran parte delle autorizzazioni preventive richieste dalla normativa sono state ottenute" e viene precisato che l'autorità presieduta da Paolo Savona approverà il prospetto “una volta ottenute tutte”. Bisogna aspettare prima che scattino i cinque giorni a disposizione della commissione per valutare il via libera all'offerta e dopo toccherà a Mediobanca che, dice chi conosce il mercato, non farà le cose di fretta per bocciare ancora una volta l'Ops.
