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Mediobanca e Generali, la storia infinita. Davvero l’assemblea dei soci per l’Ops è rimandata? E al vertice ci sarà anche Orcel (UniCredit). Intanto Renzi bacchetta il governo sul golden power: “Uno scandalo assoluto”

  • di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

  • Foto: Ansa

15 giugno 2025

Mediobanca e Generali, la storia infinita. Davvero l’assemblea dei soci per l’Ops è rimandata? E al vertice ci sarà anche Orcel (UniCredit). Intanto Renzi bacchetta il governo sul golden power: “Uno scandalo assoluto”
Mediobanca potrebbe rinviare l'assemblea di lunedì 16 giugno per l'Ops su Banca Generali, dopo la richiesta di Francesco Caltagirone alla Consob per “incompletezza e indeterminatezza dell'offerta” e l'assenza di informazioni sul contratto tra Mediobanca, Banca Generali e Generali, “indispensabile per la fattibilità dell'operazione. Anche UniCredit ha acquisito l'1,9% e Andrea Orcel siederà quindi in assemblea (dove l'astensione equivale a voto negativo). Il rinvio potrebbe protrarsi fino a settembre per dare tempo al Cda di Generali di analizzare l'operazione e fornire maggiori informazioni ai soci. Intanto Matteo Renzi ha attaccato duramente il governo sul golden power: “È uno scandalo assoluto”

Foto: Ansa

di Domenico Agrizzi Domenico Agrizzi

Una storia infinita, quella di Mediobanca e Banca Generali. C’è un altro capovolgimento di fronte nel risiko tra gli istituti italiani. Secondo le informazioni in possesso di Repubblica, è stato programmato per la giornata odierna, domenica 15 giugno, un consiglio d'amministrazione di Piazzetta Cuccia per esaminare l'eventualità di posticipare l'assemblea fissata per domani, lunedì 16, indispensabile per avviare l'Ops su Banca Generali. La possibilità del posticipo trarrebbe origine da una sollecitazione presentata alla Consob il 4 giugno dal socio Francesco Gaetano Caltagirone per “incompletezza e indeterminatezza dell'offerta su Banca General”. Nello specifico, Caltagirone denunciava l'assenza di informazioni relative “il contratto tra Mediobanca, Banca Generali e Generali, indispensabile per la fattibilità dell'operazione”. Negli ultimi 40 giorni si è verificato un significativo accumulo di azioni Mediobanca che ha modificato gli equilibri azionari. Il socio Caltagirone, oppositore dell'operazione, ha incrementato la sua quota nel capitale dal 7% al 10%. Le casse previdenziali - Enpam, Enasarco, Cassa Forense - hanno acquistato e consolidato le loro posizioni raggiungendo il 5,5-6%. UniCredit ha acquisito direttamente una partecipazione dell'1,9% (risultava assente all'ultimo stacco dividendi del 19 maggio e a marzo aveva negato di possedere titoli Mediobanca in portafoglio). Andrea Orcel, dunque, siederà nell’assemblea dei soci. E va ricordato che l’astensione equivale a un voto negativo. Inoltre, Jp Morgan e Jefferies hanno raccolto un ulteriore 2% sul mercato, forse su indicazione dello stesso Orcel. UniCredit non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito.

Andrea Orcel di Unicredit
Andrea Orcel di UniCredit Ansa/Fabio Frustaci

Complessivamente, dal 24 aprile scorso, circa l'11% delle azioni Mediobanca sono state rimosse dal mercato e sono approdate nei portafogli di azionisti allineati al fronte degli oppositori. Tale movimento nell'azionariato potrebbe spingere il cda di Mediobanca a concedersi maggiore tempo per rendere più digeribile l'operazione Banca Generali. La scelta del rinvio sarà inoltre influenzata dai primi calcoli sui consensi raccolti che potrebbero favorire in assemblea la fazione contraria all'operazione Banca Generali. Il cda di Mediobanca potrebbe quindi cogliere l'opportunità e accettare un posticipo che potrebbe protrarsi anche fino a settembre. Nel frattempo, il cda di Generali ha già dichiarato di essersi attivato per analizzare l'operazione proposta da Mediobanca - sostanzialmente lo scambio tra il 50,02% di Banca Generali e il 6,5% di azioni Generali detenute da Piazzetta Cuccia in portafoglio. In questo modo si otterrà una maggiore completezza informativa a disposizione dei soci. Anche Francesco Milleri, presidente di Delfin, che detiene il 20% di Mediobanca, aveva immediatamente evidenziato una mancanza di informazioni sul versante Generali, società che dovrebbe ricevere in cambio azioni proprie come in un buy back. Infine, i giorni recenti hanno assistito all'intervento della procura di Milano che ha avviato un'indagine sul collocamento di azioni Mps da parte del Tesoro avvenuto lo scorso 14 novembre. Tale operazione ha permesso a Caltagirone e Delfin di entrare nel capitale della banca senese e successivamente promuovere il lancio di un'Ops del Monte proprio su Mediobanca. Gli sviluppi dell'indagine e anche il parere della Bce che deve ancora approvare l'Ops di Mps potrebbero introdurre nuovi fattori nel campo di gioco del risiko bancario in corso ormai da circa sette mesi. Nel frattempo proseguono le discussioni sulla legittimità dell’impiego del golden power da parte del governo, rivendicato dalla Lega e dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Già Forza Italia aveva espresso qualche dubbio, ma è Matteo Renzi a dirlo in maniera netta: “È uno scandalo assoluto”. Il leader di Italia Viva ha parlato a margine dell’evento Giovani imprenditori di Rapallo. “Quando il governo decide di utilizzare il golden power contro UniCredit è una lesione gravissima delle regole del libero mercato”, ha detto prima di chiamare a raccolta gli imprenditori, “dite qualche cosa, perché nessuno dice niente, questo è uno scandalo assoluto. Il golden power dovrebbe essere un'extrema ratio, una sorta di bomba nucleare da usare in casi particolari, non contro una banca italiana che vuole conquistare un'altra banca italiana”.

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