Ci avreste potuto scommettere. Alcuni tra i maggiori commentatori della politica americana lo avevano previsto mesi fa, al momento dell’elezione di Donald Trump. Elon Musk fonda un suo partito e lancia l’America Party. Su X annuncia così l’inizio di questo nuovo progetto politico: “Con un rapporto di 2 a 1, volete un nuovo partito politico, lo avrete. Quando si tratta di mandare in bancarotta il nostro Paese con sprechi e corruzione, viviamo in un sistema monopartitico, non in una democrazia. Oggi, l'America Party è nato per restituirvi la libertà”. Da settimane i rapporti con Trump erano pubblicamente deteriorati, sfiorando la lite sui social in più di un’occasione. I motivi principali sarebbero legati alla sua esperienza al Doge, il dipartimento per l’efficientamento della spesa pubblica (leggasi tagli), che ha lasciato tuttavia il Ceo di Tesla e Starlink completamente insoddisfatto. Mentre sognava la motosega di Milei (che infatti, incontrandolo, decide di regalargliene un esemplare dorato), si è trovato con una gestione della spesa pubblica ben poco “libertaria”. Almeno secondo i suoi standard. E ora, dopo settimane di up&down emotivi, fallita la terapia di coppia, Musk punta direttamente alla Casa Bianca.

Come scritto in passato, a pronosticare l’ascesa in politica (perché di questo si tratterà probabilmente) di Musk, è stato – a gennaio del 2025 – il politologo Francis Fukuyama, uno dei maggiori scienziati politici viventi: “La partnership Trump-Musk non è stata fatta in paradiso. Due grandi ego come il loro avrebbero difficoltà a condividere la ribalta, e ci sono prove che Trump si stia già stancando della presenza di Musk a Mar-a-Lago. Se Musk dovesse davvero seguire la strada di Berlusconi, cercherebbe di entrare in politica lui stesso. E in effetti, sarebbe un successore di Trump molto più plausibile di qualsiasi figlio di Trump”. Aggiungendo: “Niente paura, il presidente eletto ha già sottolineato che Musk non può candidarsi per la sua carica poiché non è nato negli Stati Uniti. Ma ci sono molti altri incarichi pubblici a cui potrebbe aspirare, e non lo escluderei dalla politica americana anche se venisse espulso dall'orbita di Trump”. È vero, Musk non può diventare presidente degli Stati Uniti e questo apre dunque altre strade. Una di queste l’abbiamo vista in Italia con Beppe Grillo. Sempre dietro le quinte, in grado di costruire un impero politico gestito da altri. Leader “prestanome”. Quali saranno i progetti futuri del ceo di SpaceX?
