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La sferzata rock di Dj Ringo
ad Amadeus: “Bravo per gli ascolti,
ma Sanremo con Fedez sembrava
il festival dell’Unità”. E su Blanco...

  • di Alessio Mannino Alessio Mannino

14 febbraio 2023

La sferzata rock di Dj Ringo ad Amadeus: “Bravo per gli ascolti, ma Sanremo con Fedez sembrava il festival dell’Unità”. E su Blanco...
Sonora bocciatura da parte di Dj Ringo dell’edizione di Sanremo appena chiusa fra le polemiche: da Blanco (“Un ragazzino viziato che non ha fatto gavetta”) alla Ferragni (“Fuori posto e zero contenuti, ma almeno è stata spontanea”) fino a Pelù (“È un amico, ma le giacche punk lì non c’entrano una mazza”), il direttore creativo di Virgin Radio non salva quasi niente. Fa i complimenti ad Amadeus per gli ascolti, ma il prezzo è stato che “la musica si è persa per strada per dare spazio a pagliacciate come la propaganda politica di Fedez. Perché i giovani cantanti non hanno affrontato problemi come bullismo e femminicidi?”

di Alessio Mannino Alessio Mannino

Pane al pane e rock al rock. E tuttavia, siccome al Festival di Sanremo di rock non c’è stato nemmeno l’ombra, secondo Dj Ringo non resta che divertirsi ridendo con i meme e i commenti ironici della social-sfera, dal momento che le canzoni sono l’ultima cosa che interessa. È questo il succo dell’intervista che segue al direttore creativo di Virgin Radio, che tiene subito a precisare che lui il festival lo ha guardato “soltanto perché c'erano i Depeche Mode e Bennato in coppia con Leo Gassman, ho fatto il tifo per loro”. Per il resto, invece, alla quarta edizione diretta da Amadeus va tributato senz'altro il riconoscimento di un indiscutibile successo di pubblico, ma averla infarcita di messaggi politici e siparietti extramusicali l'ha trasformata, secondo Ringo, in "una pagliacciata". Fra l'altro chiaramente orientata: "Oserei dire, più che il festival di Sanremo, il festival dell'Unità".

Leo Gassman
Leo Gassman

Ringo, partiamo dal protagonista assoluto della prima serata, almeno quanto a polemiche: Blanco che strapazza a calci i fiori, simbolo di Sanremo, sul palco dell’Ariston, come nel video della sua canzone "Ladro di fiori". Una mossa finta, pre-concordata, o gli è saltato l’embolo?

Ma va, quale concordata. Si vede che ha perso la brocca. Non ti funziona l’in-ear, le cuffiette che ti permettono di sentire la musica prima di tutti, così da farti sentire parte integrante del suono? Se sei un cantante vero, li togli e canti. Ma siccome tutta questa gente che va a Sanremo con questo mestiere non ha niente a che fare, non è abituata a cantare dal vivo, non ha fatto i bar, le cantine, i garage… È questo manca a questi ragazzi! I cantanti facevano anni di gavetta, tutta la trafila che oggi non c’è più. Prendono un computer, sono belli, hanno Instagram, e partono con la carriera. Ci sono anche i reality che li aiutano, come X Factor, e si creano dei surrogati da marketing. Però appena c’è il primo problema tecnico, vanno in tilt. Sto facendo un’analisi tecnica, non li voglio accusare. Se uno è capace veramente di cantare dal vivo, se ne fotte dell’in-ear, tira fuori la voce e canta. Poi  sul fatto personale che abbia sbroccato così, poteva chiedere scusa subito, sarebbe bastato secondo me. E al mio collega Amadeus dico: cazzo, riprendilo! Sei il padrone di casa.

Amadeus ha preferito abbozzare facendogli una battuta con il sorriso.

Non me ne voglia, ma visto che ha la mia età, sessant’anni, e visto che è il padrone di casa, al suo posto a Blanco avrei detto: senti, sei alterato (perché era alterato, si vedeva), vattene lì dietro, io faccio pulire e poi torni a cantare. Sono sicuro che il pubblico avrebbe applaudito, e lui la ramanzina l’avrebbe capita. Quando tornava fuori, chiedeva subito scusa. E invece no, ha preferito le scuse via Instagram. Ma no! No! Chiedi scusa al pubblico che ti ha fischiato! Sei un artista sul palco, rispetta il pubblico e quelli a casa! Hai perso la brocca? Capita a tutti nella vita. Ma non questa storia di scrivere su Instagram… Che palle!

Blanco
Blanco mentre prende a calci i fiori sul palco del Festival di Sanremo

Anche per questo uno può pensare sia stata una trovata per far discutere il giorno dopo.

Ma no, uno non va a giocarsi l’immagine e la carriera per una cosa così. I commenti di questi giorni erano tutti insulti. Un massacro.

Insomma non vale questa volta la regola “bene o male purchè se ne parli”?

No, qui la regola non vale. Quando uno fa cazzate così, da viziato, no. Mi ricorda quando ero bambino e giocavo con i bambini più ricchi di me (io vengo da una famiglia medio-povera, non mi vergogno a dirlo): quando perdevano, portavano via il pallone.

Tornando al piano più tecnico-musicale, la dimensione live com’è stata?

Ho sentito delle stecche allucinanti…

Ovvero?

Ho visto la Oxa, e anche Facchinetti dei Pooh… Ragazzi, immaginiamo un evento così a Los Angeles: ma li hai sentiti i cantanti americani? Perché fanno paura dal vivo e noi invece non riusciamo a uscirne fuori?

Forse perché si pensa più a generare dibattito su aspetti extra-musicali che non all’esecuzione delle canzoni in quanto tali.

E allora non rompete le palle con lo slogan “il festival della musica italiana”! Questa è la vetrina del prodotto musica italiana, o no? E allora, dammela!

Roby Facchinetti
Roby Facchinetti dei Pooh

Però, a Sanremo il live non ha mai predominato, anche se a un certo punto almeno hanno tolto il playback (uno fra tutti, particolarmente penoso, fu quello che martirizzò la performance dei Queen, band live per eccellenza, nell’edizione 1984).

Allora io ti ricordo i Placebo che nel 2001 spaccarono gli strumenti, che fu paragonato al gesto degli Who, e invece no, era diverso. Brian Molko (il cantante, ndr) era incazzato nero perché i Gazosa, che mi pare suonassero prima, gli avevano chiesto di provare con la loro batteria per far prima. Lui disse di no, perché quella era una batteria da ragazzini, era piccola, e i Placebo volevano la propria. La sera gli fecero lo scherzo di fargli trovare la batteria piccola sul palco. E lui giustamente si è sentito preso in giro, ha spaccato tutto e se n’è andato. Lì era un gesto di rivolta a una presa per il culo. Quello di Blanco, invece, è gratuito, perché lui tecnicamente è limitato. La gente si incazza quando fai cose gratuite.

Ma qualcosa di gradevole c’è stato?

Mi è piaciuto Pieraccioni su Twitter, che ha postato il video scrivendo “Oh Blanco, c’ho da potare una siepe”. Fantastico.

Quindi, di spirito rock neanche un secondo per sbaglio, sembra di capire. Com’è naturale, per altro.

Prima di tutto devo tirare le orecchie al direttore di MOW Moreno Pisto, che continua a dire “questo non è rocknroll…”. Piantiamola di usare la parola rock accostandola a questi fatti di Sanremo, non c’entra una mazza. Togliamo “rock” da Sanremo, punto.

Allora parliamo dell’altro personaggio chiamata da Amadeus per richiamare il pubblico più giovane, la top influencer italiana, Chiara Ferragni.

Chiara Ferragni secondo me era in imbarazzo. Hanno chiamato una che non fa questo mestiere, non ha la disinvoltura di una Brigitte Bardot. Sembrava la zia di provincia che vuol fare la trasgressiva in balera. Non è una polemica la mia, ma lei è una ragazza che ogni giorno parla di sé a 28 milioni di followers: bene, va in prima serata su Rai 1 e ha davanti 10 milioni di spettatori, e parla di sé stessa e a sé stessa, con quella lettera. Si mostra quindi come se fosse su Instagram, con un monologo alla lei bambina. Cazzo, ma non argomenti! Non ha argomenti! Ma attenzione, non voglio fare polemica, la mia è un’analisi. E anzi devo dire che fra tutti è stata una delle poche persone spontanee, e io apprezzo la spontaneità.

Chiara Ferragni Sanremo 2023
Chiara Ferragni durante la lettura della "lettera a sè stessa" nella prima serata di Sanremo 2023

Di rock ci sarà stato almeno il giubbotto di Piero Pelù con le toppe dei Dead Kennedys, dei Dri, la spilletta dei Mötorhead. Un omaggio al punk.

È un amico, Piero. Non ne parlo.

Ma stiamo parlando di una giacca, in fondo.

Caro Piero, se porti le giacche punk a Sanremo lì non c’entri una mazza. Io avrei messo un bel frac o un tight. È il festival della musica italiana, se mischi le carte e parli di altro, non va bene. E vale anche per la politica. Benigni è un mostro, ma cosa c’entra il monologo sulla Costituzione a Sanremo? Personalmente non l’ho capita. Si potrà dire, no? Non lo sto mica offendendo. Mi sono sforzato, da direttore artistico, di capire perché, prima che andasse sul palco la prima canzone, siano passati 40 minuti. Amadeus deve fare i numeri, e li fa, e gli faccio i complimenti perché ha trovato la chiave, però è obbligato a questi sotterfugi. Siccome, secondo me, con la musica italiana non fai quegli ascolti, deve escogitare queste trovate, e mi scuso se uso questo termine riferendomi a Benigni che è un genio.

La canzone al Festival della Canzone aveva qualche chances di essere protagonista?

Macché. Noi italiani siamo gli spioni che guardano alla finestra che macchina usa la moglie del vicino. Siamo trash, di base. Altrimenti non si spiegano gli ascolti per il Grande Fratello Vip, per dire.

Il festival però ha dato modo all'altro mattatore, diciamo così, di lanciare i suoi abituali messaggi a favore dei diritti lgbtq, (con il bacio concordato con Rosa Chemical), contro la destra e per la cannabis libera, cioè Fedez.

Ma qual è il messaggio, che non l’ho capito? Sull’omosessualità in Italia? Mi pare che sia più che normale. Fanno pure le pubblicità dove si vedono i modelli che si baciano. Ormai è sdoganata, mica aspettiamo Fedez per capire se un uomo può baciarsi con un altro uomo in Italia. Fra l’altro, ha anche tolto visibilità a sua moglie.E sulla cannabis... Ma come si fa ad andare in tv a dire una cosa del genere? Non ho nulla contro la cannabis, ma è droga. Se è vietata, perché devi dire in tv di legalizzarla? Per me uno può fumare quanto vuole, però ripeto, perché Sanremo deve essere una piattaforma di propaganda? E poi, si parla tanto di donne, e attacchi proprio ora la prima donna capo del governo? Finalmente abbiamo una donna che ce l’ha fatta, e invece la massacrano con il festival.

fedez rosa chemical bacio
Rosa Chemical durante il famoso bacio con Fedez

Fedez ha anche strappato la foto del viceministro Galeazzo Bignami da giovani con la svastica al braccio.

Ma aveva più senso Sinead ‘O Connor quando ha strappato la foto del Papa, aveva più senso! Qui c’è un politico che a una festa ha fatto una cazzata vestendosi così, ma se dovessimo tirar fuori le foto di tutte le minchiate che abbiamo fatto nella nostra vita andiamo alla gogna tutti.Mi chiedo: è la sede adatta per proteste del genere? Sentendo la vox populi, non è piaciuto. La stessa Egonu è partita in quarta dando dei razzisti a tutti quanti e poi ha dovuto un po’ fare marcia indietro.

Non è stato un modo per intercettare il target dei più giovani, aver lasciato mano libera a Fedez?

Va bene, se la Rai pensa questo allora è giusto. Però non è il Festival della Canzone Italiana.

Avresti fatto scelte diverse, da direttore artistico?

Il passo è breve, per farla diventare una pagliacciata. E se lo diventa, poi il messaggio cade.

Su questo si può dire che l’evoluzione che ha avuto Sanremo è stata aderente alla realtà, nel senso che richiama un certo gusto cringe, molto attuale, che è tipico dei social, no?

Ma sì, io mi diverto a vedere più i social, con hashtag come quello su “Morandi finalmente scopa” (ride, ndr). Ripeto, siamo trash. E giustamente Amadeus ha portato il festival su questo, sul sensazionalismo su notizie che non sono musicali. Oggi aprendo i social non ho trovato una sola canzone, parlano solo di Elodie e la sua frase con la parola “puttana”, o la foto della Ferragni con le tettine disegnate.

Tornando alle scelte: tu avresti relegato il messaggio del presidente ucraino Zelensky a un'ora impossibile, a notte fonda?

Non ho capito: vogliamo parlare di pace? Io lo avrei fatto parlare, è un leader di un Paese aggredito da un altro. Questo è un messaggio: se sono tutti liberi a Sanremo, tutti per la fraternità e l’amore e l’inclusione, perché non hanno fatto parlare Zelensky? Leggere un suo scritto a quell’ora è stata una forzatura. Amadeus ha fatto risultati enormi, peccato non con la musica ma con una pagliacciata.

Mengoni vince a Sanremo
Marco Mengoni

Alla fine il vero vincitore è Marco Mengoni, o Lucio Presta, il manager di Amadeus e di Benigni che è stato un po' il regista-ombra dietro le quinte?

È un manager che ha piazzato bene i suoi colpi. Bisogna vedere altri cosa avrebbero fatto al posto suo. Io pensavo però ci fosse un controllo in Rai, sul conflitto d’interessi, no? Io metterei dei controlli pubblici, visto che la Rai è pagata dagli italiani. Comunque, hanno fatto i risultati Amadeus e company? Hanno vinto loro, punto. È un dato di fatto. Poi possiamo criticare la parte artistica, ci sono tanti che non sanno cantare e usano l’autotune, ma se la Rai voleva i numeri, li ha avuti. Poi ho letto una dichiarazione di Mengoni che non ho capito molto bene.

La dedica alle donne, visto che i primi posti nella classifica finale vedono solo uomini?

C’è una giuria, c’è un voto telefonico, il popolo ha votato. Non si deve fare una menata su questo.

Troppa retorica?

Tantissima. È il festival della retorica. Oserei dire che è il festival dell’Unità.

Magari non proprio quella del vecchio Partito Comunista.

Siamo lì, dai. È una battuta. La sinistra si è impossessata di alcuni spazi e ha fatto un po’ di propaganda. Mi sarebbe piaciuto vedere più costume e più canzoni, anziché un festival politicizzato. Personalmente sono anche per il sociale. Per esempio era il momento di lanciare un messaggio contro il bullismo e il femminicidio. Accadono cose terrificanti, con ragazzini che picchiano altri ragazzini a sangue. Hanno cantato trapper giovani, perché non hanno parlato di questo

Gianluca Grignani
Gianluca Grignani

Almeno Gianluca Grignani resta una certezza come persona vera, musicista autentico?

Lui è vero, è così. Forse è stato uno dei pochi veri talenti della musica italiana degli ultimi anni. E se l’è bruciato a modo suo per sue scelte che io rispetto, è adulto e fa quel che vuole. Ma lui poteva dare molto di più.

Ma una sola cosa decente, una sola?

Ho visto un pezzetto di canzone di Mr Rain, non era malvagia, mi sembrava un bel pezzo. Ma in realtà ho visto il festival fra una pubblicità e l’altra della partita della Juve, eh. Mi è capitato di vedere anche Tanatai. Non male il ragazzo. Per lo meno era senza autotune! Era ben intonato, vestito bene, mi ha fatto una bella impressione. Un bel dandy, professionale.

Insomma, mi sembra che il tuo messaggio sia: bravo Amadeus per lo share, però troppa politica e troppa retorica. E per giunta ora la destra al governo ha facili argomenti per cambiare la musica, dall'anno prossimo a Sanremo.

La destra non aspettava altro. Le hanno prestato il fianco. Ma alla fine nessuno parla di musica. Amadeus ha fatto dei grandi ascolti e rinnovo i miei complimenti, ma ha snaturato quello che era l’antico spirito di Sanremo, cioè la musica italiana.

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