Il Papa che dovrebbe modernizzare la Chiesa non tocca i temi del sacerdozio femminile o del celibato obbligatorio. Un ultimo appello alla tradizione anche dal più “marxista” dei pontefici? Nel frattempo gli attacchi al senso comune cattolico arrivano dall’Istituto Universitario Europeo di Fiesole, che sta valutando se vietare l’augurio “Buon Natale”. Il governo viene toccato dall’ennesimo “scandalo” intorno alla figura di Vittorio Sgarbi: sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. È il reato che la Procura di Roma, stando a quanto scrive Il Fatto Quotidiano, contesta al sottosegretario alla Cultura, per una vicenda che risale all'ottobre del 2020. Secondo l'accusa il critico d'arte non ha pagato i debiti con l'Agenzia delle Entrate per un totale di circa 715 mila euro. Il ministro Gennaro Sangiuliano ha sostanzialmente scaricato lo storico dell’arte che ha comunque negato qualsiasi violazione della legge. Ma davvero al governo conviene fare a meno di una figura come Vittorio Sgarbi? Abbiamo intervistato Camillo Langone, il critico più intransigente di quello che ha definito “un Papa feroce” in un tempo di forze “dissipatrici”, e uno dei maggiori cultori dell’arte italiana, non solo curatore di una mostra al Vittoriale degli italiani, I censurati, oggi quasi impossibile da comprendere (nell’epoca da altri detta “del piagnisteo”), ma anche penna che più volte ha sottolineato la grandezza di Vittorio Sgarbi, oggi oggettp dell’ennesimo attacco (nel merito della sua attività decennale).
Il Papa esclude il sacerdozio femminile ma in molti continuano a considerarlo un tema centrale per la riforma della Chiesa. Cosa c’è di sbagliato che fa dire persino al pontefice più “progressista” di no?
Il sacerdozio femminile non è stato previsto da Cristo e quindi non è cristiano: ecco cosa c'è di sbagliato... Io fatico a sopportare anche le chierichette, che disturbavano pure Ratzinger, e in generale l'invadenza femminile nel presbiterio (la valanga di lettrici), che disturba pure Sarah.
Il Papa si è mostrato invece più aperto sul celibato, anche se – afferma – non vuole essere lui a renderlo facoltativo per i sacerdoti. Cosa rende questi temi difficili da modificare?
Il celibato ecclesiastico come sappiamo non è un dogma e infatti in alcune chiese orientali è richiesto solo ai vescovi, non ai semplici preti. Ma, a parte che grazie al celibato abbiamo avuto solo il nepotismo e non il figlismo, consentirlo oggi suonerebbe come il definitivo cedimento al mondo.
Crede che il Papa si stia dimostrando, alla prova dei fatti, meno rivoluzionario e più tradizionalista di come lo hanno dipinto?
No, non lo credo affatto. Bergoglio è un conservatore riguardo le questioni del clero, essendo un clericale. Mentre continua a essere un dissipatore riguardo le questioni di dottrina, come dimostra la recentissima esortazione “Laudate Deum”, un testo climatista e dunque antiumano e anticristiano.
L’Istituto Europeo Nazionale di Fiesole sembra voglia vietare l’augurio “Buon Natale”, da sostituire con “Buona festa d’inverno”. Una battaglia che ogni anno torna. Ma al di là della fede è una questione di tradizione. Cosa infastidisce di queste abitudini “virtuose”?
Una battaglia che ogni anno torna con più veemenza. Com'è naturale che sia: se non credi in Cristo il Natale di Cristo è solo una vacanza. La tradizione che è solo tradizione è destinata a spegnersi, come tutte le cose che furono vive ma che ormai non lo sono più. Del resto se anche il Papa è panteista...
È in corso un attacco a Vittorio Sgarbi per il presunto conflitto di interessi tra la sua attività istituzionale e quella di professionista nel settore dell’arte. Sgarbi ha negato qualsiasi violazione della legge, ma resta per alcuni il dilemma morale. Davvero se ricopri una carica pubblica non dovresti poter divulgare arte?
Dilemma morale? Io lo chiamerei rigurgito moralista e pauperista. Fra l'altro Sgarbi tutti i soldi che guadagna li usa per comprare opere d'arte che fra cent'anni saranno a disposizione di tutti, al Castello Estense di Ferrara o in altro spazio pubblico. Molte lo sono già oggi, nelle varie mostre che organizza continuamente.
Se Sgarbi smettesse di fare divulgazione per mantenere la carica e accogliere le obiezioni dei critici, cosa perderebbe il mondo della cultura?
Cosa perderebbe l'Italia! Sgarbi è di gran lunga, di grandissima lunga, il più grande conoscitore del patrimonio artistico italiano. Uno Sgarbi muto sarebbe pertanto un danno al patrimonio artistico italiano, proprio un danno patrimoniale.
Anche il ministro Gennaro Sangiuliano ha ammesso di non aver voluto lui Vittorio Sgarbi e che ora il materiale è in mano all’antitrust. Se venisse chiesto a Sgarbi di fare un passo indietro, chi vedrebbe come sottosegretario alla cultura?
Immaginavo che Sangiuliano non volesse Sgarbi fra i piedi: i grandi fanno ombra. A Sgarbi bisognerebbe far fare piuttosto un passo avanti, nominarlo ministro della cultura al posto di Sangiuliano che invece potrebbe essere un discreto sottosegretario.