Camillo Langone si definisce un fedele turbato, di certo non un profeta. Abbiamo chiesto a lui di commentare le indiscrezioni e le anticipazioni del prossimo libro di Georg Gänswein, Nient’altro che la verità, previsto per il 12 gennaio e pubblicato in Italia da Piemme. Tra i temi più discussi i disaccordi sulla questione gender, sulla messa in latino e sul futuro della Chiesa ora che il papa emerito è morto. Tra dispetti e forze dissipatrici («bada bene, ho detto fazione dissipatrice, perché il contrario di conservatore non è progressista, è dissipatore»), ecco l’opinione di Langone, che boccia su tutta la linea Papa Francesco.
Papa Francesco ha chiamato padre Georg Gänswein per un’udienza privata, dopo le indiscrezioni sul suo libro in uscita in cui sembra non aver parlato benissimo del pontefice. Cosa crede gli abbia voluto dire?
Non lo so ma di sicuro non avrei voluto essere nei panni di padre Georg, siccome Jorge Mario Bergoglio anziché Papa Francesco meriterebbe di essere chiamato Papa Feroce.
Tra le affermazioni più controverse che girano in queste ore c’è sicuramente quella riguardo alla messa in latino, riabilitata da Ratzinger e affossata dal suo successore. Il Motu Proprio del 2021, secondo Gänswein, avrebbe «spezzato il cuore» a Benedetto XVI. Perché Papa Francesco lo avrebbe fatto?
Certamente i documenti-provvedimenti bergogliani contro la messa in latino, e mi riferisco innanzitutto al motu proprio Traditionis custodes, hanno addolorato Ratzinger. Bergoglio avrebbe potuto aspettare la morte del suo predecessore, ma da molto tempo è evidente la sua mancanza di umana sensibilità. Riguardo all'avversione per il latino questa è almeno dal Concilio Vaticano II una costante della fazione dissipatrice oggi vincente all'interno della Chiesa. Bada bene, ho detto fazione dissipatrice, non fazione progressista: perché il contrario di conservatore non è progressista, è dissipatore.
Un’altra anticipazione molto discussa riguarda invece la propaganda gender: «Francesco non ascoltò Ratzinger». In cosa la posizione di Francesco sarebbe diversa su questo tema da quella del suo predecessore?
Una volta si diceva, tra il serio e il faceto, che tre sono i misteri della Chiesa: quanti soldi hanno i salesiani, quanti sono gli ordini delle suore, cosa pensano davvero i gesuiti. Bergoglio è un gesuita.
Davvero Ratzinger e Papa Francesco avevano un rapporto tanto conflittuale?
Questo ovviamente bisogna chiederlo a Padre Georg.
Crede che Gänswein sia il portavoce di una frangia all’interno della Chiesa che si oppone a Francesco?
Senz'altro oggi molti cattolici conservatori lo considerano un punto di riferimento, ma a me, che pure sono sia cattolico sia conservatore, non è piaciuto come ha posto la questione, mescolando la denuncia delle umiliazioni inflitte da Bergoglio a Ratzinger con certe sue questioni personali, almeno all'apparenza di carriera. Spero di sbagliarmi, ricordiamoci che stiamo tutti ragionando su stralci e frasi estrapolate, ma ho avuto questa impressione.
Gänswein si è definito un «Prefetto dimezzato». Crede che Papa Francesco temesse la sua influenza nella Chiesa?
Non credo che il ruolo di prefetto della Casa Pontificia, anche intero, conferisca di per sé una grande influenza sulla Chiesa. Il dimezzamento di Padre Georg ha più l'aria di un dispetto. Questa ipotesi corrisponde se non altro al carattere notoriamente cattivo, iroso e vendicativo, del Papa regnante.
Cosa crede che accadrà ora che il papa emerito è morto?
Me lo sono domandato sul Foglio: Ratzinger era solo un vecchio pensionato o era il Katéchon? Era colui che trattiene l'Anticristo, secondo la visione che fu di San Paolo? Era lui che tratteneva Papa Pachamama Francesco dentro il tempio di un cattolicesimo almeno formale? Era lui che frenava lo scisma dei vescovi tedeschi, in maggioranza devoti a Sodoma? Una risposta non me la sono data: grazie a Dio non sono un profeta, sono solo un fedele turbato.