Non c’è proprio niente da fare, le auto elettriche magari non si riescono a vendere, soprattutto qui in Italia, ma sono destinate a far parlare, anzi discutere; e anche molto animatamente. A essere sinceri, nessuno è mai stato totalmente convinto di questa grande transizione ecologica del parco del Vecchio continente, a parte la stessa Unione europea che ha imposto determinate leggi, multe e limitazioni (come quella famosa del 2035), che hanno inevitabilmente modificato, e forse fortemente indebolito, il settore delle quattro ruote. Eppure, le aziende non possono assolutamente criticare queste vetture, a rivelarlo è Pier Luigi Del Viscovo, editorialista del Sole 24 Ore, in un’intervista pubblicata su La Verità, in cui ha svelato anche il bluff della crisi del mercato automobilistico. Infatti, secondo l’esperto, “il mercato non è mai stato così florido […] Gli italiani, imprese e privati, nel 2023 hanno scucito 45 miliardi di euro per comprare auto nuove. Cifra mai toccata prima”. Ma a questo proposito c’è un dettaglio piuttosto significativo: “Nel 2007 – ha rivelato Viscovo – si è arrivò vicino a questa cifra, ma non la si toccò. È accaduto invece nel 2023 quando sono state vendute 1,6 milioni di vetture. Questo significa che il prezzo medio delle vetture è aumentato”. Secondo questa analisi, dal periodo post pandemia i modelli low cost, cioè sotto i 14mila euro, hanno cominciato a sparire dal mercato per una precisa strategia: “Su i prezzi di listino e giù gli sconti. Se tu cliente vuoi una macchina subito, non avrai margine per negoziare. Ecco che aumenta il prezzo medio. Quando si dice – afferma l’intervistato – che il mercato auto non è tornato ai livelli pre Covid, si dice una sciocchezza. Quei livelli sono stati abbondantemente superati. Le case hanno scelto di vendere meno macchine ma a prezzi più alti”. Ma quando si parla delle Ev (electric vehicle)?
Secondo l’analisi di Del Viscovo, e i dati del mercato, “le auto elettriche non vengono acquistate. Stiamo parlando del nulla”. Insomma, tanto per farla breve, “l’auto elettrica ancora non ha risposto alla domanda basica essenziale cui deve rispondere un qualsiasi nuovo prodotto […] Cosa mi può dare di più e di meglio rispetto a quello che già esiste?”. Anzi, secondo questa visione, le macchine endotermiche potrebbero ancora oggi presentare molti più vantaggi rispetto a quelle a zero emissioni, e a tutto questo, si legge ancora nell’intervista, bisogna aggiungere anche che “l’auto elettrica non riduce le emissioni inquinanti ma semplicemente le sposta dal luogo dove si viaggia […] a quello dove si producono”. Inoltre, per l’esperto questo castello “è costruito sulle emissioni climalteranti non inquinanti. I numeri del Parlamento europeo – parole di Del Viscovo – […] dicono che la percentuale di anidride carbonica emessa da tutte le auto circolanti in Europa [...] è meno dell’1% di quanto emesso a livello mondiale”. Quindi, per essere il più chiari possibile: “Se anche per magia tutte le macchine circolanti in Europa fossero trasformate in elettriche, il pianeta non se ne accorgerebbe”. La corsa alla transizione, di conseguenza, non è altro che la risposta alle imposizioni che arrivano da Bruxelles, e, anche se volessero, le aziende non possono criticare le auto elettriche visto che “hanno anche bisogno di sussidi pubblici. Se dicessero oggi che l’elettrico è una bufala, come potrebbe un qualsiasi governo giustificare pubblicamente la spesa di denaro pubblico in loro favore? La responsabilità di tutti i governi è quella di non essersi opposti a questa deriva del green deal a partire dalle multe”. E se in Europa la situazione è cupa, in Cina è tutta un’altra storia. “La politica degli ultimi anni – spiega Del Viscovo – ha fortemente indebolito l’industria soprattutto europea che ha lasciato lo spazio ai costruttori cinesi che vendono solo auto elettriche per le vetture sotto i ventimila euro [...] Sono i più grandi commercianti al mondo”.