Pasta cacio e pepe. Un altro capitolo della saga. Come vi avevamo raccontato qui, qualche giorno fa la Bbc ha pubblicato una ricetta di questo piatto tipico della tradizione culinaria italiana nella sezione “Good Food” (ricetta poi corretta), che annoverava tra gli ingredienti: parmigiano e burro. Dibattito è servito, letteralmente. Ristoratori, italiani, appassionati di cucina e non solo hanno difeso la cacio e pepe, perché per prepararla bene, basterebbero solo tre ingredienti: pecorino, pasta e pepe. Tutto qui. A fare chiarezza sull’argomento è intervenuto anche uno degli chef più seguiti e amati sui social (e icona indiscussa della cucina romana), Max Mariola. L’esperto a Fanpage è stato piuttosto chiaro. “Non ci va neanche l’olio”, ha detto. “A Roma, poi, si dice che la pasta burro e parmigiano è il piatto dei cornuti, perché è una pietanza veloce da preparare, quella che facevano le mogli dopo essere state a casa con gli amanti per i mariti che rientravano dal lavoro”.

Non è certo la prima volta che una ricetta italiana venga rivisitata. Capita spesso di notare fuori dallo Stivale (specie nei paesi anglossassoni), tra i menu per turisti (e non solo) piatti della tradizione modificati grazie all’ausilio di panna e altri ingredienti che spesso hanno poco o nulla a che fare con le ricette originali. Sempre sul sito d’informazione, l’esperto ha analizzato il fenomeno. “Loro amano il grasso. E le loro cucine ne sono sature. Basti pensare ai dolci: si sono inventati la cheesecake, un mix fra grasso e zucchero”. Se in Italia la cucina è tendenzialmente povera di ingredienti ma “basata su una grande qualità”, all’estero le cosa non funzionano sempre alla stessa maniera. Qui regnano semplicità e gusto. Mariola fa l’esempio del pane, pomodoro e olio. Abbinamento basilare, ma se fatto con elementi di prima qualità si rivela una scelta vincente per il palato, una vera e propria goduria che ci ricorda il sapore delle merende di quando eravamo bambini. Mariola nel suo intervento ha sollevato anche un aspetto piuttosto curioso ai lettori, legato alla vera provenienza della cacio e pepe. Noi diremmo senza indugi che si tratta di un piatto tipico della cucina romana, eppure lo chef ci ha fatto riflettere su una questione interessante, al giornale online, dopo aver assaporato la sua personale Cacio e Pepi (che prevede l'utilizzo di più tipi di pepi): “La pasta cacio e pepe ormai è identificato con la cucina romana, ma non è detto che sia originario proprio del Lazio. Potrebbe essere anche sardo o abruzzese, comunque provenire da regioni che hanno una grande cultura della cucina povera e tradizione del pecorino. L’abbiamo fatto nostro. E lo chiamiamo cacio e pepe proprio perché, oltre alla pasta, ci sono soltanto cacio e pepe”.
