Continua la bagarre nella famiglia allargata Agnelli-Elkann riguardo la famigerata (e quasi misteriosa) eredità dell’Avvocato e della moglie Marella Caracciolo. Tra presunti tesori nascosti in paradisi fiscali, opere d’arte sparite, o perlomeno tenute lontano da Margherita Agnelli, figlia di Gianni e madre di John, Lapo e Ginevra Elkann, e residenze a dir poco dubbiose, la battaglia legale di famiglia sembra non avere fine. L’ultimo aggiornamento riguarda la seconda udienza al tribunale del Riesame di Torino, questa richiesta sempre dai legali dei tre fratelli Elkann e da quelli del commercialista di fiducia (nonché attuale presidente della Juventus) Gianluca Ferrero. L’attenzione, anche in questo caso, era sui documenti sequestrati dalla guardia di finanza nei primi giorni del mese di febbraio, e su cui è scattato un secondo sequestro in seguito a una prima istanza del Riesame. Intanto, tutto potrebbe risolversi con il pagamento di una multa, o almeno questo è quanto affermato dagli avvocati di John, Lapo e Ginevra (questi indagati anche per truffa ai danni dello Stato). A rivelarlo è giornalista de La Verità Gianluca Paolucci, rivelando che “il mancato versamento della tassa di successione contestata ai fratelli Elkann per l’eredità della nonna Marella Agnelli non è previsto tra i reati penali nel nostro ordinamento, ma è punito con una semplice sanzione amministrativa”. Ma un caso del genere, con tanto di “guerra di sangue”, può chiudersi con una banale multa?
Questo, continua Paolucci, “è quanto hanno sostenuto […] i legali della difesa nelle quattro ore di udienza al tribunale del Riesame per determinare la legittimità del secondo decreto di sequestro emesso dalla procura di Torino”. Una tesi che, però, sottolinea sempre il giornalista, è stata “respinta dai pm che conducono le indagini, che hanno sostenuto come il fatto che non sia espressamente prevista la fa comunque ricadere tra le norme generali”. Sotto gli occhi degli inquirenti ci sarebbero anche le quote della Dicembre, “ovvero - come viene descritta su La Verità - la società che a cascata controlla la holding Exor e le sue partecipazioni in Ferrari, Stellantis Cnh, Philips”. Infine, al termine dell’udienza per il secondo Riesame, il giudice, come già avvenuto la prima volta, “si è riservato la decisione, attesa nei prossimi giorni”. Intanto, però, a scuotere ancor di più gli Elkann, o perlomeno John, sono le ultime turbolenze in casa Fiat; ehm, in casa Stellantis… Sul giornale Libero, infatti, il giornalista Sandro Iacometti titola così: “Elkann taglia 1.520 posti mentre produce in Algeria”, e il primo stabilimento a risentirne è proprio quello torinese di Mirafiori. Secondo quanto rivelato da Iacometti, quindi, il gruppo automobilistico (a trazione francese) avrebbe dato il via a una serie di esuberi. In totale si tratta di 2.150 posti di lavoro, “di cui - si legge su Libero - 1.650 a Torino, 850 a Cassino (di cui 300 in trasferta a Pomigliano) e 100 a Pratola Serra”, anche se, continua il giornalista, “la prima tagliola è scattata, manco a dirlo, a Mirafiori”. E in tutta questa situazione, che sembra assumere sempre più le forme di una polveriera, si legge sul quotidiano, si prepara “la fuga di Stellantis dall’Italia”…