Vi ricordate le critiche di Marina Berlusconi al Governo e le strizzate d'occhio alla sinistra? Dove sono ora? Nelle ultime affermazioni sembrano del tutto sparite e, anzi, se ne ricava una dichiarazione di fedeltà assoluta a Giorgia Meloni. Ma cos'è successo? Analizziamo le parole della figlia di Silvio, erede naturale assieme a Pier Silvio dell'impero anche politico, quindi dell'area di Forza Italia: a margine dell'inaugurazione della nuova Mondadori alla Galleria Sordi di Roma, ha espresso un “giudizio positivo sul governo. In questi due anni il governo ha messo in sicurezza i conti pubblici e in politica estera è stato serio e autorevole, ispirandosi ai valori dell'europeismo e dell’atlantismo, e l'economia ne ha tratto beneficio e lo dimostrano i fatti. C’è un rapporto assolutamente normale, costruttivo e positivo. A me interessa una sola cosa: che il governo in carica sia stabile e faccia bene”. Non vi sembrano così lontani i tempi (invece piuttosto recenti) dell’intervista rilasciata da Marina al Corriere della Sera in cui parlava della sua vicinanza alla sinistra su temi come quello dei diritti civili? Che cos'è che è cambiato nel giro di poco? E dove sono finite le polemiche sullo ius scholae o le notizie di lotte interne tra Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia?
È cambiata la consapevolezza. La consapevolezza che al momento non esiste alcuna alternativa di leadership credibile a Giorgia Meloni, che con oltre il 30% delle preferenze è il volto scelto (e al momento confermato dai sondaggi) dagli italiani. E così la famiglia Berlusconi, che non è certo estranea alle dichiarazioni e alle mosse targate Tajani (tutt’altro), ha cambiato atteggiamento. Questo, però, non va interpretato come assenza di un disegno o improvvisazione, ma come una presa d'atto che oggi quel disegno non ha spazio. Il sogno è quello di un unico grande centro in cui raccogliere i moderati, battendosi su temi su cui sia la destra che la sinistra sono ritenuti troppo estremisti. Ma chi è che ora potrebbe costituire quel centro? Nessuno. Sicuramente non la Lega e Fratelli d'Italia, ma nemmeno il Movimento 5 stelle, né tantomeno Il Pd di Elly Schlein che da poco ha strizzato l'occhio a Matteo Renzi. Per cui Marina Berlusconi, da figlia di cotanto padre e da profonda conoscitrice dei meccanismi del consenso, ha capito che una lotta interna non avrebbe giovato né al proprio partito e nemmeno alle proprie aziende. Nelle sue dichiarazioni, infatti, ha usato la parola “stabilità”. La presidente di Fininvest non parla mai casualmente, sapeva benissimo che i giornalisti le avrebbero posto una domanda sulla Meloni o sul governo cercando di tirar fuori la stoccatina last second che poteva far parlare di una nuova crisi. Ma oggi Forza Italia non se lo può permettere. Oggi tutti i partiti che fanno parte della maggioranza, voluta dal 47% degli italiani, hanno capito che sono fin troppi gli avversari esterni per dar luogo e seguito a manovre eversive interne.
Questo vuol dire che i Berlusconi hanno abbandonato l'idea che ha portato Marina insieme a Gianni Letta a incontrare Mario Draghi? No, ma è subentrato il fattore tempo che ha fatto emergere l'impossibilità di attuare nell'immediato la creazione di un polo politico di centro. Mancano le persone, volti che potrebbero convintamente rappresentare questo progetto. Quindi mancano i numeri. Numeri che però, in modo sottile e quasi sottotraccia, si stanno raccogliendo in quello che è un progetto non più di breve termine ma di lungo periodo. E questo sta avvenendo anche attraverso la comunicazione che sta adottando Mediaset, diventata rete di centro. Secondo quanto ci risulta durante il weekend del 23 e 24 novembre a Milano si riuniranno i fuoriusciti da Italia Viva, tra cui ci dovrebbe essere anche Marattin e alcuni gruppi dell’aria liberaldemocratica, tra cui il gruppo Nos di Alessandro Tommasi, che alle europee aveva corso con Azione prendendo 15mila preferenze, senza però riuscire a essere eletto perché il partito di Carlo Calenda non aveva superato la soglia di sbarramento. Al momento sembra che lo stesso Calenda sia indeciso sulla partecipazione o meno all’evento, ma l’idea è quella di invitare coloro che non si riconoscono né nel centrodestra né nel centrosinistra. Ovviamente sarebbe esclusa la presenza di Forza Italia all’evento, ma non potrebbe essere proprio Marattin uno di quei volti su cui il centro potrebbe puntare? Anche perché l’ex renziano non sta di certo rimanendo immobile. Oggi Forza Italia sta cercando di capire quando e come muoversi, ma in un senso o nell'altro deciderà e a fare da padroni saranno sempre e solo i numeri.