Sono lontani i tempi in cui la famiglia Cecchettin era fuori dalle luci dei riflettori: la prima è stata Elena, la sorella guerriera, nella quale convergeva tutta la forza mediatica della famiglia Cecchettin, dopo il brutale omicidio della povera Giulia. Elena, i suoi discorsi contro il patriarcato, quel suo "Per Giulia bruciate tutto", lo stesso filone narrativo costruito dall'opinione pubblica attorno a una tragedia come quella. Poi è stata la volta di Gino, il papà, l'uomo dai mille volti: quello più riservato, quello che (forse) si nasconde dietro un profilo che offende la dignità femminile sulla piattaforma X, colui he ha assunto un'agente della Andrew Nurnberg (famosa agenzia di comunicazione inglese). Tra la sorella guerriera e il padre rappresentato, però, c'è un abisso. Se da un lato Elena è rimbalzata alla cronaca poco dopo l'omicidio di Giulia, andando via via ritirandosi "dalle scene" per abbracciare la memoria di sua sorella, Gino Cecchettin è più che mai alla ribalta: rilancia sé stesso nello studio di Che tempo che fa con un aplomb agghiacciante. Lo stesso Fabio Fazio sarebbe da ammirare. È riuscito a interrompere la "pausa stampa" di Cecchettin, nonostante i mille titoli di giornale rimbalzati in rete sulla volontà di Gino di prendersi uno stop da tutta quell'attenzione mediatica. Peccato che il conduttore abbia sprecato l'occasione di chiedere al suo ospite se l'account sulla piattaforma X (ex Twitter) fosse suo: nessuna domanda, nessun accenno "scomodo" sulla questione "X" (perche di questo si tratta), niente di niente. Fazio tace, come sempre. Più che intervista a Gino Cecchettin, le sue sono "quattro chiacchiere" con Cecchettin, nel senso letterale del termine. E tuttavia il profilo in questione, ormai rimosso dalla piattaforma, innanzitutto riportava la foto di Linkedin di Gino e (in più) condivideva un gran numero di post a sfondo sessuale, che pungono il ruolo della donna nella sua intimità. Il fulcro sostanziale è che, se Gino Cecchettin si espone da mesi contro il patriarcato, dovrebbe tenerci in prima persona a chiarire la sua posizione: in fondo bastava un sì o un no, che non sono arrivati semplicemente perché non c'era una domanda di Fazio a precederli.
È anche vero, però, che le interviste non interviste di Cecchettin sono quasi sempre "soliste": è lui che affronta lunghi monologhi e raramente risponde in maniera diretta a quelle poche domande che gli vengono poste. Da Fazio, poi, questa forma di comunicazione ha vita facile. Tant'è vero che, ieri sera, a Che tempo che fa, Gino Cecchettin ha sì presentato il suo libro "Cara Giulia", ma ha soprattutto parlato a lungo di "un progetto più ampio nel sociale". E prosegue: "Dopo la tragedia di mia figlia, ho voluto trasformare un dolore così grande in tutta una serie di azioni positive. Dove ho trovato sostegno e forza? Nella memoria di Giulia, naturalmente. Scrivere il libro mi ha permesso di esplorare e comprendere meglio le mie emozioni e di trasformare il dolore in una testimonianza di speranza e resilienza". Dunque Cecchettin ammette di aver utilizzato il libro come strumento di elaborazione per il lutto: "Quello che vorrei è riuscire a sensibilizzare l'opinione pubblica, promuovendo un cambiamento culturale e contrastando la violenza di genere". Torna dunque la questione "impegno sociale" unita alla forte disapprovazione nei confronti della violenza di genere (ecco, a questo punto Fazio non poteva alzare la manina e accennare al profilo su X?).
Spazio infine al progetto di istituire una Fondazione dedicata a contrastare le violenze di genere e sostenere le associazioni che si occupano di questo tema. Gino spiega che l'obiettivo è quello di trasformare la sua esperienza personale in un'opportunità per fare la differenza nella lotta contro la violenza sulle donne: "Ciò a cui voglio ispirarmi sono il coraggio e l'altruismo di mia figlia Giulia, che mi ha insegnato tanto. Voglio aiutare a fare sì che tutto quello che è capitato a moltissime donne e sta capitando non accada mai più". Certo è che la sua partecipazione a Che tempo che fa è stata un momento toccante e significativo, anche il popolo del web non ha risparmiato critiche al suo "progetto personale". L'accusa che gli è stata mossa in queste ore è quella di "voler pian piano sostituire il ricordo di Giulia" con la sua "ascesa mediatica". Nessuno può prevedere il futuro, questo è ovvio. Ma il passato (purtroppo) lo conosciamo tutti molto bene.