Doveva essere una domenica sulla neve, si è trasformata in un caos ingestibile. Lo scorso weekend, Roccaraso è stata letteralmente presa d’assalto da migliaia di gitanti provenienti da Napoli e provincia, paralizzando la località sciistica abruzzese con traffico, ingorghi, rifiuti e disagi di ogni genere. Oltre 10mila persone hanno raggiunto la montagna con bus organizzati da agenzie di viaggio e tour low cost, con biglietti a partire da 20-30 euro. Un’occasione per una giornata diversa, pubblicizzata anche da influencer come Rita De Crescenzo, e che si è trasformata in una sorta di Pasquetta sulla neve. Tra slittini sui generis, corse fuori controllo e addirittura grigliate improvvisate sulla neve, il risultato è stato un sovraffollamento senza precedenti, al punto che il sindaco di Roccaraso ha chiesto l’intervento dell’esercito per gestire la situazione. “Scendevano come pazzi, colpendo le persone come birilli”, racconta Gaia, una turista che ha vissuto la giornata e ha deciso di raccontarla sui social. A farne le spese sono stati i pedoni, gli sciatori e chi semplicemente voleva godersi la montagna senza dover schivare slitte impazzite. Il tutto condito da immondizia abbandonata ovunque e una gestione del flusso turistico del tutto inadeguata.
Abbiamo chiesto al noto scrittore napoletano Maurizio De Giovanni che cosa ne pensasse: “Chiunque ha il diritto di spostarsi dove vuole, di andare a fare un weekend e una gita dove desidera, sia chiaro. Diverso è invadere un territorio imbrattando, sporcando, inquinando, e agendo in maniera che si può considerare banditesca. Una cosa è andare in un posto, un'altra cosa è urlare, proporre la propria invadenza e la propria maleducazione. Nel mio modo di vedere, non è giusto deridere le persone per la loro ignoranza o per la loro mancanza di cultura. Ma esistono delle regole, delle leggi e la buona educazione e su questo dobbiamo essere molto rigidi e duri. Trovo inaccettabile invadere un territorio”. Ma questo che immagine dà dei napoletani? “Non è un'immagine dei napoletani”, prosegue lo scrittore, “è un'immagine di maleducazione, di comportamento assolutamente esecrabile da parte di alcune persone. E chi titola in riferimento a questo fa male, perché è un'invasione di maleducati, è un'invasione di gente non rispettosa assolutamente al di fuori del vivere civile. Non vedo perché si debba parlare dei napoletani. Napoli è una città metropolitana, ha tre milioni e mezzo di abitanti. Non credo che poche centinaia di persone mosse dalla maleducazione, e soprattutto fieri della loro maleducazione, possano essere emblematici di un popolo. Chi fa questa equazione è un idiota. Chi dice una cosa del genere è ottuso. Detto questo, che sia un fatto orribile, disgustoso, con questo movimento di maleducati, fieri della loro maleducazione, è oggettivo. Poi una riflessione su come sia cambiato il mondo, un tempo assistevamo a episodi simili? “C'è un'amplificazione di questi fenomeni data dai social. Nessuno avrebbe potuto chiamare a raccolta questo numero di persone e soprattutto nessuno avrebbe avuto contezza di quello che era successo se non ci fossero i social”. E ci tiene a ribadire che “non bisogna accettare che la gente pensi che questi sono i napoletani. Napoli è arte, cultura, storia e pensiero”.