Wolfgang Porsche, discendente diretto del fondatore casa automobilistica tedesca, ha fatto arrabbiare i cittadini di Salisburgo. Nel 2020, Porsche ha acquistato per 9 milioni di dollari una storica villa settecentesca sulle colline della città, un edificio che in passato aveva ospitato figure illustri come James Joyce e Thomas Mann, e dove nacque Mozart. Nessuna sorpresa, comunque, anche perché il patrimonio di famiglia si aggira intorno ai 30 miliardi di dollari e la holding di famiglia ha sede proprio a Salisburgo. A provocare l’indignazione dei cittadini è stato invece il progetto che l’anziano miliardario ha voluto avviare poco dopo: la costruzione di un tunnel privato lungo 500 metri, scavato nella roccia del Kapuzinerberg, per collegare la villa a un grande garage sotterraneo destinato alla sua collezione di Porsche. L’opera è stata subito ribattezzata dalla stampa locale come “il tunnel d’oro”. Da un lato, pochi sostenitori come Doris Rüggeberg, vicina di casa di Porsche, hanno difeso l’opera ricordando che “Salisburgo è diventata celebre anche grazie agli edifici eretti dai ricchi”. Dall’altro, moltissimi residenti, gruppi ambientalisti e forze di sinistra hanno condannato l’iniziativa come un abuso di potere economico e un oltraggio al patrimonio naturale cittadino. Il partito dei Verdi, in particolare, ha chiesto una valutazione indipendente per verificare la regolarità del diritto di scavo. La perizia ha confermato che il permesso è stato ottenuto legalmente, ma ha anche rivelato un dettaglio che ha fatto infuriare ancora di più l’opinione pubblica: Porsche ha pagato soltanto 35.304 euro per il diritto di utilizzo del terreno pubblico. Una cifra irrisoria, considerato il valore complessivo dell’intervento. “È sorprendente che un privato possa perforare una montagna a ridosso della città”, ha commentato Ingeborg Haller, capogruppo dei Verdi in consiglio comunale, criticando anche la rapidità con cui il progetto ha ricevuto il via libera, mentre opere pubbliche simili vengono bloccate per anni dalla burocrazia.


Fino a pochi mesi fa, sembrava che nulla potesse ostacolare l’ambizioso piano di Wolfgang Porsche. L’allora sindaco conservatore aveva infatti approvato l’accordo senza particolari resistenze. Tuttavia, il risultato delle elezioni comunali di marzo — che hanno segnato l'ascesa delle forze di sinistra — ha cambiato radicalmente il clima politico. Consapevole della bufera, Porsche ha tentato di stemperare le tensioni, lasciando intendere la possibilità di rendere il tunnel accessibile anche agli altri residenti del quartiere. Questi ultimi, infatti, per raggiungere le proprie case devono oggi affrontare una strada stretta e ripida, particolarmente disagevole. Una mossa strategica, che però non sembra aver convinto gli oppositori più agguerriti. Ora la questione è nelle mani del nuovo sindaco, il socialista Bernhard Auinger, che peraltro in passato ha fatto parte del consiglio di amministrazione della holding Porsche come rappresentante dei lavoratori. Insomma, a Salisburgo una questione privata è diventata più che mai pubblica.
