L’industria automobilistica tedesca è in crisi, e la Volkswagen si prepara a un cambio di rotta che potrebbe avere ripercussioni globali. Audi e Porsche, due dei marchi di lusso del gruppo di Wolfsburg, stanno valutando di spostare parte della produzione negli Stati Uniti per proteggersi da un pericolo sempre più concreto: i dazi sulle importazioni che Donald Trump potrebbe introdurre se dovesse tornare alla Casa Bianca.
La Germania rallenta, l’America chiama
I segnali di difficoltà del settore automotive tedesco sono ormai inequivocabili. Il mercato cinese, da sempre uno dei principali sbocchi per le auto di alta gamma made in Germany, sta rallentando. Le vendite di Audi nel 2024 sono calate del 12% a livello globale, con crolli significativi in Germania (-21%), negli Usa (-13%) e in Cina (-11%). Ancora peggio è andata ai veicoli elettrici, che hanno registrato un calo dell’8% rispetto all’anno precedente, con la sola Germania che ha segnato un drammatico -33% dopo la fine degli incentivi statali.
Porsche ha sofferto meno, chiudendo il 2024 con un calo più contenuto (-3%), ma la perdita del 28% delle vendite in Cina ha inciso pesantemente sui risultati complessivi.
A complicare il quadro c’è anche l’instabilità politica tedesca. Dopo i lunghi anni di stabilità garantiti da Merkel, la Germania sembra incapace di trovare un governo solido. Questo clima di incertezza spinge i grandi gruppi industriali a cercare nuovi equilibri, e per Volkswagen la soluzione potrebbe essere quella di potenziare la produzione direttamente negli Stati Uniti.
L’ombra dei dazi di Trump
Secondo il quotidiano economico Handelsblatt, Audi e Porsche stanno seriamente considerando di produrre le loro vetture di lusso negli Usa per anticipare le mosse di Trump. Nel 2024, il saldo della bilancia commerciale tra Germania e Stati Uniti pendeva per 73 miliardi di euro a favore della Repubblica federale. Un deficit così marcato renderebbe la Germania uno degli obiettivi primari di un eventuale protezionismo trumpiano.
Volkswagen non ha confermato ufficialmente le indiscrezioni, ma, come riferisce anche Libero, ha espresso preoccupazione per «l’impatto economico che i dazi proposti dal governo degli Stati Uniti potrebbero avere sui consumatori americani e sull’industria automobilistica internazionale».
A rendere ancora più urgente una decisione è un recente studio di Moody’s, secondo cui un dazio del 10% sulle importazioni di auto europee potrebbe costare a Volkswagen 1,8 miliardi di euro, ovvero circa il 10% del risultato operativo del gruppo nel 2023. Un colpo durissimo, che spinge il colosso di Wolfsburg a considerare una mossa drastica.
L’opzione Chattanooga: Audi e Porsche pronte a trasferirsi?
Tra le ipotesi sul tavolo c’è l’ampliamento dello stabilimento Volkswagen di Chattanooga, in Tennessee, che già produce i modelli elettrici ID.4 e i SUV Atlas e Atlas Cross Sport. Questo impianto potrebbe essere adattato per accogliere anche le linee di produzione di Audi e Porsche, sfruttando la capacità produttiva già esistente.
Un’altra possibilità è l’espansione della catena di montaggio dei pick-up Scout nella Carolina del Sud, un segmento di mercato fondamentale negli Stati Uniti.
La concorrenza di Bmw e Mercedes
Volkswagen si trova però di fronte a una competizione interna che gioca d’anticipo. Handelsblatt sottolinea come Bmw e Mercedes siano molto meno vulnerabili ai dazi di Trump, poiché producono auto negli Usa da oltre 30 anni e riescono a coprire quasi tutta la domanda americana con la produzione locale.
Audi e Porsche, invece, dovrebbero affrontare la difficoltà di spostare intere linee produttive in tempi brevi. Inoltre, un eventuale aumento dei prezzi per compensare i dazi sarebbe impensabile, vista la forte concorrenza dei marchi tedeschi già presenti sul territorio.
Volkswagen chiede una svolta politica
A fronte di questo scenario, Oliver Blume, amministratore delegato del gruppo Volkswagen, ha lanciato un appello al governo tedesco. Intervenendo al vertice economico organizzato dalla Welt a Berlino, Blume ha chiesto una chiara strategia industriale per il futuro:
«Abbiamo bisogno di determinazione politica e decisioni rapide per rafforzare la Germania come sede industriale».
Il ceo di Volkswagen ha evidenziato la necessità di un piano chiaro per il 2030, che possa dare una direzione certa al settore automobilistico tedesco e contrastare la concorrenza internazionale, soprattutto americana e cinese.
Una decisione inevitabile?
Di fronte a un’Europa sempre più incerta e a una Germania in difficoltà, Volkswagen sembra sempre più orientata a seguire la strada tracciata da Bmw e Mercedes: produrre in America per restare competitiva sul mercato statunitense.
Le domande, però, restano aperte: Audi e Porsche riusciranno a effettuare il trasferimento in tempo utile per evitare i dazi? Volkswagen sarà costretta a rivedere radicalmente la sua strategia? E soprattutto: questa mossa salverà il gruppo dalla crisi, o sarà solo l’inizio di una nuova sfida globale?