Stefano Bandecchi è uno che fa la voce grossa. La fa da sempre e, probabilmente, non sarebbe arrivato dov’è oggi se non l’avesse fatta: nessuna fascia tricolore come sindaco di Terni e niente Unicusano. Alcune volte, però, a forza di urlare finisce per confondersi da solo. In un gagliardissimo comizio tenuto al teatro Cilea di Reggio Calabria, il sindaco Stefano Bandecchi, nonché “soldato combattente pronto a lottare per la rivoluzione del bene”, ha spaziato su alcuni dei temi del momento: “Non si vince il male senza combattere e noi siamo pronti” e “anche San Michele era armato di spada”. La guerra, quindi, è il primo tema. Una guerra a tinte quasi-sante. Anche perché ad accompagnarlo nell’intervento c’è il consigliere comunale Massimo Ripepi. Quest’ultimo è un personaggio su cui conviene soffermarsi: “santone” della Chiesa cristiana “Pace”, Ripepi è la mente dietro al progetto “guerrieri della luce”, che prevede lo spostamento delle scuole in periferia e la scissione di Reggio Calabria dal resto della regione. Un progetto ancora più ambizioso di quello del ponte sullo stretto, quindi. Tra una carriera politica e quella di leader religioso, vediamo chi è il santone Massimo Ripepi.
La chiesa cristiana “Pace” e i progetti
Riprendendo le parole di Lucio Musolino de il Fatto Quotidiano: Ripepi è “una sorta di santone che in passato si è definito ‘unto dal signore’ e si fa chiamare ‘papà’ dai suoi seguaci. Il movimento di Bandecchi lo vuole candidare alle prossime europee e poi anche sindaco di Reggio Calabria”. Inoltre, vede la sua città come separata del resto della Calabria, complice anche, a suo dire, l’atteggiamento degli abitanti di altre città: “Ho visto sempre i catanzaresi e i cosentini combattere contro di noi. Ce ne dobbiamo andare urgentemente”. Insomma, meglio del ponte sullo stretto.
Le ambiguità del passato
Come ricorda ancora il Fatto, Ripepi nel 2016 aveva ricevuto un ammonimento dal questore di Reggio Calabria per stalking a causa del comportamento del pastore nei confronti di una donna che era nel giro della sua Chiesa. Poco tempo dopo Ripepi si lanciò in un’omelia diffamatoria nei confronti della stessa donna e l’avrebbe definita “capo di Satana”, “strumento nelle mani del diavolo”, “killer di anime” e “donna mandata dal diavolo per assassinare le anime”. Nel 2017 venne condannato per diffamazione e danno di immagine dal tribunale di Reggio Calabria. Ma le vicende oscure di Ripepi proseguono: nel 2020, in un articolo uscito su Repubblica leggiamo che il consigliere e ora candidato alle europee avrebbe convinto una coppia a non denunciare gli abusi sessuali patiti dalla loro figlia di soli otto anni. Ripepi, da parte sua, negò ogni accusa, ma fu comunque costretto all’autosospensione da Fratelli d’Italia, tra le cui file militava.
Il Ddl Zan come l’anti-Cristo
“Spero che i miei colleghi cristiani, ultra cattolici e cattolici siano fermamente contrari al voto per un disegno di legge che si oppone a Gesù Cristo ed alla dottrina sociale della Chiesa”, disse in una nota Ripepi a proposito del Ddl Zan. Il pastore era anche un sostenitore dell’associazione ProVita & Famiglia, che ha poi ricambiato l’entusiasmo sottolineando che Ripepi “arricchisce il dibattito intorno a questa discussa e controversa proposta di legge che di fatto non aiuta a proteggere le persone discriminate per il proprio orientamento sessuale ma introduce e impone nel nostro sistema penale una visione etica-ideologica”.
L’alleanza con Stefano Bandecchi
Durante il comizio con Stefano Bandecchi, in platea era possibile ammirare un paesaggio da bestiario medievale: no vax (potevano mancare?), estremisti di destra e plotoni di cristiani. Per far contenti i crociati lo stesso consigliere comunale si è chiesto (retoricamente): “È possibile che in un mondo laico i cristiani si vergognino di pronunziare il nome di Gesù Cristo?”. Eppure, nei bar di tutta Italia tale nome si sparge come coriandoli. Forse per questo, proprio per questo, l’esercito cristiano deve reagire. Bandecchi non cede di un millimetro e, anzi, rilancia: “Ripepi non è un soldato semplice. È un generale. Sta organizzando la vera rivoluzione di Reggio. È impossibile battere il male se non si è disponibili a fare la guerra. A combattere”. Un po’ sulla linea del “vincere, e vinceremo”, un po’, parafrasando il titolo di un film con Benicio del Toro su Che Guevara, “Ripepi - Guerriglia”. Ma non finisce qui, perché il luminoso Bandecchi ora si rivolge direttamente ai presenti: “Cari signori, è possibile fare una guerra senza avere un esercito, senza avere un’arma? I ‘guerrieri della luce’ hanno una spada. L’arcangelo Gabriele con un piede tiene il diavolo sotto, con l’altra brandisce una spada. Ha addosso un’armatura”. Armatura, spade, guerrieri, generali e arcangeli: c’è veramente di tutto nel discorso del Bandecchi e del Ripepi. Dopo l’incontro, il consigliere aveva poi criticato l’articolo del Fatto Quotidiano in cui veniva definito santone: “Io sono un piccolo cristiano, neanche un santino”. Più politico, quindi, che leader religioso.
Il commento di Andrea Scanzi
“Faccio fatica a crederci. Ma chi è questa gente? Guardate il video dell’incontro perché è qualcosa di mitologico, il tutto con frasi fatte a caso”, questo il commento di Andrea Scanzi in un video “recensione” del comizio. Il giornalista non si è risparmiato, mettendo in evidenza le note volontà di scissione di Ripepi (“se votate questo la scissione di Reggio Calabria la chiedo io”), “le supercaz*ole” e le "frasi a caso" dei due politici. Quasi immediata la reazione del “santone”: “Il buon Scanzi mi fa una pubblicità enorme, ma dice un sacco di bugie ed offende la nostra città”.
Tra guerrieri della luce, chiesa e religione, denunce e condanne Massimo Ripepi è sicuramente un personaggio multiforme. Ora, a queste sue originarie caratteristiche, si aggiunge quella di candidato alle europee. Il principale sostenitore è Stefano Bandecchi, un altro che non perde occasione di far parlare di sé. Vedremo, quindi, che risultato otterranno i due alle prossime elezioni. E poi, chissà, comincerà la campagna di Massimo Ripepi per diventare sindaco di Reggio Calabria.