Da 300 euro a un fatturato di 10 milioni. Un lavoro solitario che si trasforma in un’azienda con 40 dipendenti. Un breve passaggio alla facoltà di Biotecnologie e poi l’imprenditoria. Sono questi alcuni degli scatti compiuti negli ultimi tre anni da Martina Amabile Strazzer, influencer e fondatrice del brand di gioielleria Amabile Jewels. Una trasformazione velocissima, che l’hanno portata a superare i 700mila follower su Instagram e 1,5 milioni su TikTok. Inevitabile il paragone con l’altra imprenditrice digitale, Chiara Ferragni: “Non sono infastidita dai paragoni con lei e anzi li ritengo un complimento. Lei è molto importante, e ha fatto tanto anche per l’imprenditoria femminile”, ha detto in un’intervista a Repubblica. Sul sito di Amabile Jewels leggiamo: “Nonostante tutti mi dicessero di concentrarmi sullo studio, che ero troppo giovane e che sarebbe stata una responsabilità impossibile da sostenere per me, ho continuato a disegnare gioielli e a credere nel mio progetto”. Un sogno italiano, dunque, di quelli che fanno sperare i giovani e tutti coloro che partono senza “spintarelle”: fare successo è possibile, sembra raccontarci la storia di Martina Strazzer. Quando si raggiungono simili risultati, specie tramite i social, si rischia di perdere l’orientamento nel mondo reale. Pochi giorni fa, infatti, ha postato una storia su Instagram che ha reso i suoi follower coscienti di una realtà contemporanea quasi sorprendente: i mezzi di trasporto pubblici. Ma scopriamo chi è Martina Amabile Strazzer, la nuova Ferragni che fa i milioni con i suoi gioielli.
L’inizio contro i pronostici
“L’idea è nata un po’ prima, a novembre 2019, ero passata da Biotecnologie a Marketing e Organizzazione d’impresa, ricordo che stavo in università ma non ero comunque contenta”, ha confessato ancora nell’intervista a Repubblica. Classe 2000, Martina Strazzer è originaria di Carpi ma vive a Modena, città da dove ha fatto partire il suo business. Il supporto della famiglia non è stato immediato, anzi, c’era parecchio scetticismo rispetto al progetto: “La mia famiglia è stata molto respingente. Però, il fatto di vivere con loro, in una cameretta dove lo spazio era limitato, mi ha in qualche modo spinta nella direzione giusta”. Cosa creare quando lo spazio è poco e non si hanno a disposizione magazzini o atelier? “I gioielli, che sono piccoli di natura, sono stati una scelta ovvia”. Di necessità virtù.
I social e l’ascesa
Partita con soli 300 euro, Martina raccoglieva le richieste dei clienti su Instagram, per poi girare a sua volta la domanda a un fornitore. Gioielli singoli, creati ad hoc e uno per volta: “Vendevo soprattutto alle amiche e ad altre persone di Modena, ma era una cosa molto piccola e molto local”. Poi la pandemia e il boom su TikTok: “Postavo video di me che facevo cose buffe, interpretavo scenette, raccontavo momenti ironici della mia vita, sempre con indosso tantissimi gioielli. I miei gioielli”. Da lì si veniva reindirizzati sull’eCommerce di Amabile Jewels, dove avvenivano le vendite vere e proprie. Nel 2021, poi, la prima assunzione (la social media manager). La prima di altre trentanove: oggi, infatti, le dipendenti (tutte donne tranne un uomo) sono quaranta. Inoltre, nel 2023 Forbes Italia l’ha inserita nella lista di Under30 più di successo. L’obiettivo ora è allargarsi anche oltre i limiti digitali, come lei stessa ha dichiarato a Forbes: “Vorrei approcciarmi a rivenditori, pop-up store e in generale avere una presenza fisica sul territorio”.
Il “consiglio” sui mezzi pubblici
Per chi vive di digital ogni tanto fa bene tornare sulla terra, più che sul territorio. Negli ultimi giorni Martina è stata criticata per un consiglio dato via social ai suoi follower. Un consiglio illuminato: “Ogni tanto prendete gli autobus di linea urbani per muovervi quando viaggiate! Ottimo modo per assaporare la città”. Inevitabili i commenti degli utenti, che accusano l’influencer di vivere in un mondo parallelo. In effetti, la scoperta dei mezzi pubblici non è propriamente una rivoluzione copernicana. Dopo qualche ora, il chiarimento: “Intendevo palesemente al posto della metro cosa che avevate capito tipo tutti fino a un’ora fa. Nulla, a quanto pare le persone proprio non ce la fanno”. Forse sì, era palese, ma di una polemica così perché privarsene…
Ci sta uno scivolone o, per dirla col poeta, pestare una mer*a (una merd*ina, in verità). Un passo falso che ha scatenato gli haters. Così va il web, così va il mondo. Così va il digitale che con una mano dà e con l’altra toglie. La puzza, però, è momentanea: costa solo qualche sguardo dei vicini di posto nel viaggio di ritorno verso casa, rigorosamente su un autobus di linea. Sguardi inquisitori a cui rispondere con occhiate di ritorno che dicono “sì, l’ho pestata io”. Poco male per chi, una volta rientrata a casa, può lavarsi la suola e asciugarsela con i milioni. Ciò che resta ai comuni mortali è l’ironia, nel migliore dei casi. Nel peggiore, il linciaggio e l’insulto. Identificarsi con Chiara Ferragni, non la più simpatica del reame, di certo non aiuta. La scelta, però, Martina Amabile Strazzer sembra averla fatta. E guardando il fatturato se ne capisce il motivo.