Milano, ombre a San Siro. Per prendersi la città bisogna prendere il controllo dei suoi simboli, dei luoghi che contano, anche se lontani dal centro e dalle vie della moda. San Siro serve per fare campagna elettorale, per guadagnare consensi tra gli appassionati di sport, ma lo stadio è solo il nucleo di un organismo che si sviluppa tutto intorno, e che vale molti soldi. Business, oltre l’immagine. Per la Procura di Milano il presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e Federico Pella, architetto e socio della società di progettazione integrata J+S, avevano siglato un “patto corruttivo” per conquistare San Siro e deciderne il futuro. I pm Marina Petruzzella, Mauro Clerici e Paolo Filippi hanno richiesto il loro arresto, Anche perché sostengono che Marinoni sia uno “spregiudicato faccendiere, incline alla corruzione”, e che “su scelta di Tancredi (assessore alla rigenerazione urbana – per lui sono stati chiesti i domiciliari, ndr) e del sindaco Sala” sia diventato il vertice di quella Commissione attorno alla quale si è sviluppata l’inchiesta. Torniamo allo stadio: quali erano i piani di Marinoni e Pella? Perché si parla così tanto del Meazza?

Il Corriere della sera riporta che il momento chiave in questa storia risale a quando Massimo Caputi, immobiliarista di livello internazionale e capo della Feidos, incarica la J+S di convertire le scuderie De Montel a San Siro in un complesso termale. Per la Procura Marinoni e Pella, “in accordo con Tancredi”, cercano “il sostegno di Caputi per assicurarsi una commessa relativa ai lavori dello stadio Meazza, su cui il sindaco Sala deve ancora pronunciarsi”. E quando il 15 gennaio 2024 i due si sentono, Pella chiede: studiare come insinuarsi nei possibili affari della demolizione o trasformazione del Meazza e degli spazi circostanti o della costruzione di nuovi stadi a Rozzano e San Donato: “Tu ne sai qualcosa? Se è vero, chi l’ha fatto? Qual è l’obiettivo?”. Il riferimento è al progetto di riqualificazione dell’area che il Comune presenta il 31 gennaio. Marinoni risponde così: “Non ne so niente. Giovedì provo informalmente a chiedere all’assessore per capire se mi può anticipare qualcosa, poi ti faccio sapere”.

Ma se Marinoni “non ne sa niente”, per la Procura la volontà è chiara. I due vogliono “pianificare e concretizzare una strategia di speculazione edilizia di ampio respiro, che al colmo dell’entusiasmo Marinoni definiva il Pgt (Piano di governo del territorio, ndr) ‘ombra’”. Una “crescente avidità di affari” che però si sarebbe spinta anche oltre. Ancora il Corriere riporta le intercettazioni relative al Villaggio Olimpico e ai lavori dello scalo Porta Romana. Così Tancredi a Marinoni: “Posso chiederti la cortesia di trasmettere il parere del Villaggio entro le 10 di lunedì?”. E l’altro: “Quando ricevi il parere e vuoi parlarne chiama pure, ho la sensazione che siano preoccupati, o se vuoi la bozza in anticipo te la mando”. Sempre Tancredi: “Parliamone. In effetti c’è un problema Olimpiadi”. Problemi che ora non riguardano solo loro.
