Andrea Sempio, per suo padre, è sempre stato “una persona pacata, bravo, sempre bravo, onesto e anche con una personalità sua, ma una personalità da persona matura”. Parole nette, che sembrerebbero non lasciare spazio a dubbi. Nemmeno ora che, a diciotto anni di distanza dall’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, il nome di Andrea è riapparso nel registro degli indagati. Un colpo di scena, in un caso che sembrava chiuso: per quel delitto è stato condannato in via definitiva l’ex fidanzato della ragazza, Alberto Stasi, che oggi si trova in regime di semilibertà. Ma l’indagine ha riaperto uno spiraglio, e su quello spiraglio si è riaffacciato il sospetto. Andrea Sempio, già all’epoca sotto la lente degli inquirenti, ha ricevuto un avviso di garanzia con l'accusa di omicidio. Una notizia che i suoi genitori, Giuseppe e Daniela Ferrari, faticano persino a pronunciare. “Non avrei mai pensato a una cosa del genere, una cosa assurda, ma proprio mai” ha ribadito il padre, intervistato da Quarto grado.

La madre, Daniela, ha parlato per la prima volta: “L'unica domanda che mi sono posta, ma non nel corso degli anni, una volta sola, dopo che è stata uccisa questa ragazza, Chiara Poggi, mi sono chiesta cosa avesse fatto quella mattina mio figlio. Perché penso che una madre che ha un figlio di 19 anni e viene uccisa la sorella di un suo amico, una domanda se la faccia”. E ha chiarito: “Ero sicura che non c’entrasse niente, no. Ho tantissima rabbia per tutta questa cosa che secondo me è stata messa in piedi senza nessun fondamento”. Quel giorno, ha raccontato il padre, Andrea era a casa con lui e con il cane. Nessuna stranezza, nessun dettaglio fuori posto. “Se avessi avuto dei sospetti, a quel punto lì forse l'avrei portato dai Carabinieri. Non mi sento di dire che l'avrei fatto. Perché a casa mia non si fanno queste cose. Ma non c'è neanche... No, non si fa, e basta”. Entrambi i genitori di Andrea Sempio non mettono in discussione l’innocenza del figlio. Il timore della madre Daniela, però, è che “gli venga rovinata la vita con tutte le accuse che gli vengono fatte”. La madre, inoltre, ha raccontato durante l’intervista a Quarto grado dello scontrino del parcheggio di Vigevano: “abbiamo trovato questo scontrino, io ho detto ad Andrea: ‘Guarda che magari, visto che è successa una cosa così grave, verrai chiamato e ti chiederanno dove eri. Teniamolo sto scontrino’. E lì è stato più di un anno. Fin quando Andrea è stato sentito nel 2008, mi hanno chiamato dopo le quattro del pomeriggio chiedendomi dove era questo scontrino perché i carabinieri lo volevano vedere. Io sono stata sentita due volte, una volta nel 2008 e una nel 2017”.
